Corriere dello Sport: “Un doppio ex speciale. E’ la partita di Aronica: «Meglio in poltrona…C’è una differenza tecnica indiscutibile a favore del Napoli»”

“Nella terra di mezzo, c’è un uomo in conflitto con se stesso: perché questa, Palermo-Napoli, non è una partita qualsiasi per Salvatore Aronica, né può esserla. Questo è il derby del cuore, in cui si mescolano i sentimenti: di qua c’è il «picciotto» che ha casa a Mondello; e di là c’è il calciatore che a Napoli ha vissuto il momento più alto della sua carriera, con il profumo di Champions che ancora impregna la memoria. «E come faccio a dimenticare quelle sere…». Stavolta, non c’è posto allo stadio, perché è meglio negarsela una emozione del genere: è un conflitto intestino a cui Aronica preferisce sottrarsi, distratto com’è dagli impegni da «allenatore» che sarà («sto finendo il Supercorso») e dalle contorsioni a cui una gara del genere lo costringerebbe. Rientrerà da Firenze all’ultimo momento, se ne starà sul divano di casa, ripenserà al proprio vissuto: a quel Napoli con il quale ha vinto una coppa Italia e si è regalato gli ottavi di Champions, uscendo (però) soltanto ai supplementari, contro una squadra che poi avrebbe vinto quella coppa. «E noi le demmo filo da torcere: 3-1 all’andata e 3-1 per loro al ritorno; però, al San Paolo, potevamo chiuderla, se a dieci minuti dalla fine Ashley Cole non avesse salvato sulla linea un tiro di Maggio». Palermo-Napoli è un gran contenitore, dal quale non si lascia fuori nulla, se non le amarezze d’un congedo con Zamparini sul quale è ormai inutile tornare. «Sulla carta, inutile fingere, gli azzurri sono più forti. Hanno qualità, e tanta, pur avendo perso Higuain, che non si sostituisce facilmente. L’arrivo di De Zerbi qualcosa darà, come motivazioni, ma c’è una differenza tecnica indiscutibile ed il pronostico non lo faccio io ma quei valori che andranno in campo». Novanta minuti per guardasi praticamente allo specchio, per rivedere Aronica ieri ed oggi e, magari, anche domani: perché sta per cominciare una nuova carriera, stavolta in panchina, in cui bisognerà portar con sé le proprie esperienze di vita. «Napoli mi ha lasciato tanto affetto, che tocco con mano sempre: ho ancora amici in questa squadra, ce ne sono di vecchi, per così dire, ed anche di nuovi, come Reina, con il quale non ho mai giocato, ma del quale ho misurato di persona la sua autorevolezza. E’ sfida speciale, per me, che mi emozionerebbe: meglio in poltrona».”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.