Corriere dello Sport: “Torna la Serie A, alle 18 c’è Lazio-Inter. Le probabili formazioni”

L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulla gara di oggi tra Lazio e Inter.

Non è più il suo calcio, non può ancora essere la Lazio dei sogni. Non gli piace il calendario e neppure il campo dell’Olimpico. Sarri ha chiesto, all’interno dello spogliatoio di Formello, personalità e reazione da uomini. Davanti all’Inter, non tollererebbe un’altra figuraccia come a Bologna. Viene dalla sosta e avrebbe preferito prepararsi in altro modo all’appuntamento con Simone, il suo predecessore. «Difficile valutare una squadra quando ti alleni in 12 o in 13 e gli altri sono in giro per il mondo. Tutti i mesi facciamo 7 partite in 19 giorni, negli altri 11 i giocatori sono con le nazionali. Non sembra uno sport, ma uno show in cui tutti i partecipanti tentano di spremere soldi agli appassionati. Non mi appartiene, ero innamorato di un altro tipo di calcio, sono un allenatore da campo. Mi aspetto una reazione da uomini più che da professionisti, per il modo in cui siamo mancati a Bologna. Squadra superficiale, tre gol nati da situazioni imbarazzanti. Riattaccare la spina non è così scontato. Dal punto di vista mentale, meglio l’Inter che una squadra meno blasonata». La classifica andrà controllata con occhi diversi. «Non è una partita spartiacque per il momento e per una società che ha fatto una scelta di rottura. Siamo palesemente in un anno di costruzione e di transizione. L’importante è cominciare a gettare delle basi. Ora dobbiamo trovare un minimo di solidità, poi penseremo a un calcio spettacolare». .

Sarri al solito ha conservato prudenza. «Non possiamo sapere dove arriveremo. La Lazio ha margini di crescita enormi, dobbiamo capire quanto tempo servirà a livello individuale e collettivo». Cerca una crescita totale. «Abbiamo un modo di difendere che presuppone la partecipazione di tutti e undici. Tieni i piedi sulla linea di centrocampo con i difensori se davanti non salta un movimento e nessuno perde intensità. L’obiettivo è condurre la partita, ma è inutile se nei momenti in cui non controlli fai errori in fase difensiva. Ce ne sono stati di squadra e individuali, come prendere gol concedendo l’interno nell’uno contro uno (Barrow a Bologna, ndi). Ora, prima di pensare ad altro, dobbiamo diventare una squadra che attraversa dieci minuti di difficoltà senza prendere gol». Il campo dell’Olimpico lo preoccupa. «Si sono lamentati in tanti, l’unico a cui hanno risposto sono stato io, con me sono gentili… S’è lamentato Mourinho, non ho sentito risposte e la Figc aveva preso in considerazione il cambio di sede per la Svizzera. Non è un terreno di alto livello, è scadente. Ci hanno assicurato che nel tempo migliorerà e aspettiamo».