Corriere dello Sport: “Serie A, non è ancora finita. Le grandi spingono per campionato a 18”

L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulla questione relativa alla riforma del campionato di A.

Non inganni la breve durata (un’ora e mezza o giù di lì) dell’Assemblea di ieri e il clima, al di là delle solite intemperanze, tutto sommato disteso (si erano già dette di tutto nei giorni scorsi), tanto che non è stata nemmeno messa in discussione la carica di consigliere federale di Marotta o quella di consigliere di Lega di Scaroni, la serie A resta spaccata: da una parte le grandi, Inter, Juventus, Milan e Roma, e dall’altra, il resto dei club. Motivo del contendere, come noto, la riduzione del massimo campionato da 20 a 18 squadre, al fine di decomprimere un calendario che dalla prossima stagione sarà ancora più intasato. Le medio-piccole, ieri, hanno alzato lo sbarramento. Con Galliani che ha invitato a votare per avere chiare posizioni e numeri: Risultato: 16 voti contrari al taglio e 4, appunto, a favore. Le big, però, sono convinte che la partita non sia chiusa. Puntano a far emergere il loro peso all’interno del sistema calcistico nostrano (75% degli abbonamenti tv e 50% del fatturato della serie A) e confidano in Gravina.

DIFFIDA. Nell’incontro della scorsa settimana con il presidente federale, infatti, Inter, Juve e Milan, con la delega della Roma, avevano “venduto” la cancellazione del diritto voto, proprio per consentire al numero uno di via Allegri di cambiare il format della serie A in autonomia. La mossa ha fatto andare su tutte le furie il fronte opposto. Che, ieri, ha messo al voto anche questo aspetto: no alla rimozione del diritto di veto, con tanto di diffida alla Figc, pena il passaggio alle vie legali. Il risultato dell’urna, evidentemente, è stato identico, ovvero 16 contro 4. Durante la riunione, peraltro, c’è stata anche una terza votazione, sul documento con le richieste di riforma da presentare a Gravina. Ai soliti 16 voti a favore, stavolta si sono contrapposte 4 astensioni. Inter, Juve, Milan e Roma, infatti, condividono la quasi totalità di quei punti. A cominciare dalla necessità di maggiore autonomia della serie A rispetto alla Federcalcio. Ma non la posizione sul diritto d’identità: di qui la scelta, per coerenza, di non esprimersi.

OGGI A ROMA. Le medio-piccole, capitanate da Lotito e De Laurentiis, sono convinte di aver conquistato una vittoria definitiva, o quasi. Le grandi, però, come già sottolineato, non intendono ritirarsi dalla battaglia. Il fronte ultimo è l’Assemblea straordinaria dell’11 marzo, convocata da Gravina, proprio con le riforme del sistema all’ordine del giorno. Prima, però, ci saranno una serie di tappe intermedie. A cominciare dalla riunione informale tra tutte le componenti federali che si terrà oggi pomeriggio a Roma. A rappresentare la serie A, ci sarà il solo Casini. Verranno messe sul tavolo tutte le richieste e proposte, con l’obiettivo di arrivare o di avvicinarsi ad una sintesi. La spaccatura del massimo campionato potrebbe essere utile a Gravina per muoversi in maniera più autonoma. Ma c’è pure chi ipotizza che, davanti ad un quadro generale così frastagliato, possa decidere di far saltare tutto, cancellando l’appuntamento dell’11. Facile che dalla giornata di oggi si possano trarre alcune indicazioni. Intanto, la serie A, insieme all’Assemblea per i diritti esteri convocata per venerdì prossimo, si ritroverà anche il 26 febbraio per un nuovo punto della situazione.

DATE. Intanto, per l’inizio del prossimo campionato, la scelta dovrebbe cadere sul week-end del 17-18 agosto. Mentre, al momento, la Supercoppa, ancora in Arabia Saudite e con il format Final Four, si giocherebbe a dicembre