Corriere dello Sport: “Qui Chelsea, dove si vince alla giornata”

L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sul Chelsea.

Il Chelsea cerca la luce alla fine del tunnel e oggi dovremmo saperne di più. Il Raine Group, la banca d’affari statunitense con il mandato di trovare acquirenti per il club londinese ha posto oggi come scadenza per ricevere «offerte ed espressioni d’interesse». Ne sarebbero arrivate più di 200 anche se quelle da prendere sul serio non sarebbero piùdi cinque o sei. La richiesta di Roman Abramovic è di 3,5 miliardi di sterline (4 miliardi di euro circa), gli addetti ai lavori insistono che sarà fortunato se ne otterrà poco più della metà. E, comunque, si procede a tentoni con la mediazione del governo, lo stesso governo conservatore che fino a poco tempo fa accoglieva a braccia aperte oligarchi come Abramovic (che però adesso ha congelato i suoi beni e posto vincoli alla gestione quotidiana del club). In teoria, Abramovic non potrebbe neanche cedere il Chelsea in questo momento, ma il governo si è impegnato a concedere una licenza speciale per facilitare la cessione. Con quali modalità? Ancora non si sa. E tutto ciò è ancora più frustrante per i dirigenti del club, dal presidente Bruce Buck alla plenipotenziaria Marina Granovskaia.

restrizioni. Al momento il Chelsea deve fare i conti con il pacchetto di restrizioni imposte dal governo. Gli Store del club restano chiusi, sia quello di Stamford Bridge, sia quello online. Vietati nuovi accordi commerciali o di sponsorizzazione (anzi, gli sponsor attuali, sono in fuga, su tutte la compagnia di telecomunicazioni il cui nome compare sulle maglie e la casa automobilistica coreana che da anni è uno dei main sponsor). Vietati i rinnovi dei contratti ai giocatori (Rudiger, Christensen e Azpilicueta sono in scadenza a giugno). Chiusi i due alberghi accanto allo stadio (di proprietà del Chelsea), chiuso il night club sotto lo stadio, chiusi i pub e il servizio di ristorazione in occasione delle partite casalinghe. Vietata la vendita di biglietti, sia in casa, sia in trasferta. Normativa che però non tocca gli abbonati – i quali hanno già pagato e rappresentano il 70 per cento del pubblico – con il risultato che Stamford Bridge sarà pieno per due terzi ma senza tifosi ospiti. Restrizioni alle spese per organizzare le gare casalinghe e anche le trasferte: il Chelsea si recherà a Middlesbrough domani in pullman (dieci ore tra andata e ritorno), l’aereo costa troppo. Il direttore sportivo Petr Cech ha anche paventato la possibilità che il Chelsea possa non arrivare a fine stagione, ipotesi smentita dal governo stesso, il quale ha sottolineato come le restrizioni siano «flessibli». E in effetti fonti informate affermano che il governo ha fatto i suoi calcoli nell’imporre le restrizioni (in vigore fino al 31 maggio, anche se c’è la possibilità di estenderle oppure di eliminarle in anticipo), sincerandosi che il Chelsea abbia liquidità sufficiente in cassa per arrivare fino all’estate. Chiaro però, che è nell’interesse di tutti (compresi governo e Premier League) arrivare a una soluzione, con il passaggio di proprietà, il più presto possibile. E qui le cose si complicano.

credito. Abramovic vanta un credito nei confronti del Chelsea di circa 1,5 miliardi di sterline, perché negli anni, invece di fare aumenti di capitali, ha prestato soldi al club a interesse zero. Palese che voglia come minimo non rinunciare a quei soldi, anche perché altrimenti non avrebbe alcun incentivo a vendere il club e potrebbe anche tutelarsi per vie legali. Dopotutto va ricordato che si tratta di un congelamento dei beni, non di un esproprio e non è stato condannato da nessun tribunale. Cosa fare di quel miliardo e mezzo di sterline in attesa che vengano scongelati i suoi beni? E, ancora, gli acquirenti dovranno versarli subito oppure potranno aspettare? Il governo non vuole sbilanciarsi. E così la rosa di possibili acquirenti gioca le sue carte. Si va da soggetti più o meno esotici (il turco Muhsin Bayrak, presunto amico di Abramovic, il ghanese Bernard Boasiako, proprietario di varie miniere d’oro, un gruppo saudita) ai soliti americani (Michael Ricketts dei Chicago Cubs, Todd Boehly dei Los Angeles Dodgers, Woody Johnson dei New York Jets) a gruppi londinesi (l’immobiliarista Nick Candy, che sta lavorando con Tifosy, la finanziaria legata a Gianluca Vialli e un gruppo cappeggiato dall’ex-olimpionico e presidente della IAAF, Lord Sebastian Coe). Non si esclude che diverse cordate possano lavorare insieme per completare l’operazione. Perché di questi tempi, si tratta di cifre importanti e bisognerà accontentare oltre ad Abramovic, la Premier League e il governo britannico. Nella migliore delle ipotesi si parla di una soluzione entro fino aprile. Ma si potrebbe anche arrivare a metà estate. Se non oltre.