Corriere dello Sport: “Portanova shock: 6 anni «Ma io sono innocente»”

L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulla condanna di Portanova.

Si è presentato a Siena per conoscere in prima persona il proprio destino: lo stato d’animo di Manolo Portanova, apparso visibilmente frastornato, ha prodotto solo una frase stringata all’uscita dall’aula di tribunale. «Che cosa devo dire? Sono innocente». Questo l’unico commento espresso dal calciatore del Genoa – accompagnato dal padre Daniele – dopo che la condanna a sei anni di reclusione per violenza sessuale di gruppo ha avuto l’effetto di una doccia fredda. Affinché diventi esecutiva, bisognerà arrivare in fondo ai tre gradi di giudizio: intanto, però, la richiesta del pm Marini ha avuto seguito. I fatti risalgono al 30 maggio del 2021 presso un’abitazione nel centro storico di Siena, quando Portanova era al Genoa da quattro mesi. La pena è stata stabilita dal gup, Ilaria Cornetti. Da parte della società non ci sono commenti in merito alla vicenda.

RITO ABBREVIATO. Condanna di sei anni anche per lo zio del calciatore, Alessio Langella, a sua volta processato con la formula del rito abbreviato. Un procedimento che prevede lo sconto di un terzo della pena, scesa quindi da nove anni a sei. I fatti di un anno e mezzo fa riguardano anche William, fratello minore di Portanova – in quanto 17enne, all’epoca dei fatti, è sotto indagine del Tribunale dei minori di Firenze – oltre al coinvolgimento di un’altra persona: Alessandro Cappiello, avendo scelto il rito ordinario è stato rinviato a giudizio per lo stesso reato.

L’episodio incriminato è avvenuto all’interno dell’appartamento di un amico di Portanova a Siena: il giocatore del Genoa era in compagnia di una studentessa romana 21enne conosciuta via chat. Secondo la ricostruzione della giovane, quella sera – durante una cena con un’amica in Piazza del Campo – ricevette un messaggio da Portanova (col quale era già in corso un frequente scambio di messaggi, da almeno due settimane) che le propose di raggiungerlo a una festa. Di lì a poco sarebbe avvenuta la violenza sessuale, dopo che la giovane avrebbe respinto un primo tentativo riuscendo ad appartarsi col calciatore. Quindi il secondo ingresso nella stanza dello zio di Portanova, di suo fratello William e di un suo amico sarebbe andato a buon fine. Ripresentandosi, peraltro, senza vestiti con l’intento di fotografare e filmare il tutto. Durante l’incidente probatorio, la ragazza aveva sempre ribadito il proprio mancato consenso al rapporto di gruppo. Evidenziando quindi l’abuso sessuale. Una versione sempre rigettata da Gabriele Bordoni, avvocato di Portanova, secondo il quale non si è mai stati in presenza di episodi violenti quella sera. Aggiungendo la richiesta di visionare, uno per uno, i messaggi che la studentessa ha scambiato con alcune amiche dopo la presunta violenza. La difesa di Portanova si è infatti sempre basata sull’assoluta certezza di un rapporto consenziente. Ieri però il giudice ha condannato il giocatore e gli altri tre inquisiti. Il tribunale ha poi stabilito una provvisionale di 100mila euro per la vittima dello stupro, più altri 20mila euro a favore della madre e 10mila per un’associazione senese che si era costituita parte civile.

I TER GIUDIZIARIO. Il 10 giugno 2021, per Portanova erano scattati gli arresti domiciliari della durata di un mese. Terminati poche settimane dopo, proprio per permettere al calciatore di effettuare le visite mediche a Genova in vista della partenza per il ritiro pre-campionato con la squadra, in Austria. Dopo il rinvio a giudizio avvenuto lo scorso marzo, a settembre era arrivata la richiesta di un procedimento secondo il rito abbreviato. Con l’offerta risarcitoria – poi rifiutata – alla giovane di una cifra di circa 25mila euro. Dopo i fatti, la studentessa ebbe una prognosi di un mese in aggiunta ai problemi psicologici dovuti al trauma.
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