Corriere dello Sport: “Ora a De Zerbi servono punti. L’allenatore si gioca il Palermo contro la Lazio: in caso di nuovo ko Zamparini interverrà…”

“Non gli resta che vincere. È la sua ultima possibilità. Dentro o fuori. Perché Zamparini ha individuato il modo per scoprire se si può ancora contare su di lui, quello di rinnovargli fiducia. Ma non più in bianco. De Zerbi deve raccogliere i frutti seminati, in un giorno speciale, in un momento particolare. Il presidente ora vuole fatti, cioè punti. La sola strada per evitare un ritorno al personaggio mangia allenatore di sempre. Chiuso nel suo prudente, innaturale silenzio, Zamparini ha deciso, detto, fatto. Ancora con De Zerbi ma con una soglia di sopportazione esaurita. Tanto che De Zerbi non ha alternative. O raccoglie qualcosa di concreto o la sua avventura potrà considerarsi al capolinea. Non ci sono più scuse. E comunque vada, sarà la partita della svolta. Storica. De Zerbi si gioca tutto a prescindere dalla qualità del contratto e dalle clausole che lo regolano. Parole, stima, la buona impressione suscitata a Simic – che come tanti altri è amico e consigliere di Zamparini ma non ha un ruolo in organico – ragione e sentimento di un rapporto affettuoso, quello con Di Marzio, la logica di non distruggere un progetto appena avviato ormai non contano più dei risultati. De Zerbi affronta la Lazio per salvare la panchina, per continuare in un’operazione che pure, per certi versi, ha affascinato: allenatore giovane, concetti spregiudicati, il valore di un calcio diverso. Non c’è solo De Zerbi sulla graticola. C’è un Palermo che ha eguagliato il triste e avvilente primato delle sei sconfitte di fila che rimette in gioco contro la Lazio; ci sono i giocatori con un piede ormai più fuori che dentro; c’è una società che deve abbattere un muro di impotenza per non essere travolta. E un record che nessuno vuole intestarsi, dopo 116 anni di storia, destinato tuttavia a resistere o a cadere in soli novanta minuti. Contro la Lazio, riconferme o bocciature solenni: ognuno mette a rischio la sua fetta di futuro. Rischia De Zerbi che ha ottenuto una nuova pacca sulle spalle e l’invito a ripartire come a Bergamo; rischiano elementi come Hiljemark e Quaison, messi in discussione soprattutto dal loro comportamento. Se Hiljemark non capisce l’italiano malgrado i due anni trascorsi a Palermo in campo esiste una sola lingua. E l’accusa più grande lanciatagli addosso è che non fa mai un passo per aiutare la squadra. Bello ma senza emozioni. A Quaison si chiede un poco di cuore. E che da possibile fenomeno passi a bel altro rendimento. Ma l’elenco potrebbe continuare. Senza comunque che le responsabilità siano scaricate solo sulla squadra. La frase sembrava ad effetto: «Se Balogh e Sallai non imparano l’italiano entro Natale, li mando a casa…», ma Zamparini a volte sottintende significati più profondi. Perché le tante anime, le tante lingue, i tanti modi di giocare, i giovani sono tra gli elementi che ancora non hanno permesso al Palermo di avere una identità precisa e a De Zerbi di trasmettere il suo credo alla squadra dopo due mesi e mezzo. Una sfida azzardata. «C’è tanta rabbia dentro allo spogliatoio e bisogna reagire», scoppia Lo Faso, il più giovane. «Passo dopo passo, fratellino», lo consola Aleesami. Gli interrogativi restano tanti. Qual è l’allenatore ideale del Palermo? Perché De Zerbi non sfonda? I numeri della crisi sono devastanti. E il feeling con la squadra, costruita per Ballardini consegnata nelle sue mani inesperte, non è mai sbocciato. Ma il tecnico non è immune da colpe. In questi casi, i giocatori sanno come comportarsi. Lo sapevano Sorrentino, Maresca e compagni, lo sa anche Andelkovic che ha giocato con un pezzo di faccia rotta, un vero guerriero. Bisognerebbe spiegarlo ad altri. C’è gente che pedala e gente che si guarda la partita. La situazione è quella che è. E piangersi addosso non risolve i problemi. Piuttosto, l’esigenza di fare punti e di mantenersi nel gruppo delle pericolanti conforta l’unica vera speranza rimasta. E cioè che la società mantenga la promessa di rinforzare l’organico a gennaio con giocatori adatti”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.