Corriere dello Sport: ‘Metodo Tedino Palermo di ferro’

“Il giorno prima e quello dopo. Tedino non cambia una virgola. Se il calcio, per lui, è costruzione giornaliera, “correre e sudare”, un turbamento emotivo riguarda i tifosi, altra componente decisiva per raggiungere la promozione. Dopo l’appello a vuoto contro il Parma, il tecnico insiste: «A Frosinone non ci siamo sentiti soli malgrado il severo esame superato in uno stadio pieno e ricco di giuste pretese. Ringrazio i tifosi rosanero che erano in tanti e ci hanno dato una spinta notevole. Cercavamo i tre punti per noi e per dedicarli alla città, ma non siamo stati cinici in area. Bisogna imparare. L’aiuto è fondamentale, se vogliamo la squadra in A, ci vuole la spinta di tutti. E’ già durissima farcela, lo sarà meno con tifosi». Tedino è più che soddisfatto. «Il Palermo ha mostrato equilibrio, personalità e di essere maturo per un campionato di vertice. Siamo sulla strada giusta, pronti ad alzare l’asticella dell’intensità, con il ritorno dei nazionali».
BAMBINO PRODIGIO. Appassionato di musica e di cinema, Tedino ha una memoria straordinaria collaudata ai tempi in cui girava tanti campi per scoprire giovani talenti. A tre anni era un bambino prodigio. E sapeva tutte le capitali del mondo. A casa non saprebbe attaccare un quadro, ma gli piace leggere, osservare, scrivere pensieri che poi gli tornano utili, frasi che possono alimentare le sue aspirazioni e quelle di gruppo. Una di queste fa parte della filosofia calcistica: «Meglio quindici partite da protagonista che venti da comparsa». Un’altra è la meritocrazia. Le pressioni e le critiche non lo turbano. L’ultima parola spetta a chi ha il polso della situazione, ordina e controlla gli allenamenti, legge i report dei suoi collaboratori. Cioè a lui.
MERITOCRAZIA. Discorso semplice. Non esistono carte di credito se non quelle che si conquistano negli allenamenti. Giovani e nazionali sono trattati alla stessa maniera. Prima regola: viene preso in considerazione solo chi mostra volontà. C’è gente che si è sacrificata per non fare rimpiangere le prime linee. E va rispettata. Per non spaccare lo spogliatoio.
LE SCELTE FATTE. A Frosinone, Tedino avrebbe fatto giocare Embalo e La Gumina insieme, ma Nestorovski non si discute, era determinato, alla vigilia si è fatto in quattro. Poi non ha reso. Ma le occasioni non sono mancate e proprio il bomber le ha mandate all’aria.
CONCRETEZZA. Ecco perché il tecnico chiede “più concretezza”. L’imbattibilità esalta, ma i tre punti ti portano in fuga. Embalo e La Gumina si sono divisi gli spazi, ma come Trajkovski, Chochev, Jajalo … torneranno subito utili perché si gioca sabato e martedì, tre partite in sette giorni. Basta capire la lezione e che Tedino non fa sconti. Discorso valido da Nestorovski a Gnahoré. Se il gruppo esiste, e il Palermo ha dimostrato di essere compatto e decisamente di ferro, ci sarà spazio per tutti certamente nel tempo. A partire da sabato. Contro il Novara di Corini, un mito al Barbera, e alla presenza di Totò Schillaci che tiferà per Di Mariano, nipote goleador”. Questo ciò che si legge sull’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.