Corriere dello Sport: “Mancini si tiene Immobile”

L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma su Roberto Mancini che intende tenere Immobile in azzurro.

Ciro non si tira indietro, la ferita azzurra brucia e ci penserà, ma non ha intenzione per ora di mollare la Nazionale. Mancini se lo tiene, non ha mai pensato di scaricarlo e continuerà, almeno nell’immediato e salvo presa di posizione contraria, a convocarlo. Immobile seguito da Belotti, Scamacca e Raspadori: ci sono altri centravanti che oggi potrebbero giocare con l’Italia? La risposta è scontata: no. Per il ct, ecco la notizia, il dubbio non si pone, è questo il suo ragionamento. Il futuro maturerà nel tempo, oggi è troppo presto immaginarlo e una concorrenza credibile, anche se Scamacca e Raspadori hanno dato dei segnali e rappresentano dei prospetti, non esiste.

COLLOQUIO. Mancini ha intenzione di confrontarsi con Ciro per sondarne l’umore, è ovvio. Forse parleranno prima della chiusura del campionato e in tempo utile a preparare la lista per la finale di Supercoppa con l’Argentina (1 giugno) e per la Nations League, altre quattro partite di livello, di cui due con la Germania, più la rivincita con l’Inghilterra e l’Ungheria. Per quanto i prossimi impegni non possano avere la stessa valenza delle qualificazioni fallite a Qatar 2022, l’Italia non potrà ripartire male, pena un drastico ridimensionamento nel ranking Fifa, decisivo in funzione del sorteggio di ottobre per l’Europeo 2024. Il ct andrà verso il rinnovamento con gradualità e pescando all’interno dei 30-32 giocatori coinvolti a fine marzo. Conta di riabbracciare Spinazzola e aspetterà Chiesa dopo l’estate. A Wembley, di fronte alla Seleccion di Messi, concederà la passerella ai campioni d’Europa: l’1 giugno potrebbe consumarsi l’addio di Chiellini e forse uscirà di scena Insigne, destinato ad allontanarsi in modo naturale dall’Italia, dato il trasferimento in Canada. Per il resto Mancini procederà con cautela, senza chiudere le porte a nessuno, continuando a cercare il centravanti del futuro, ma sapendo che per il momento c’è Immobile e le uniche alternative sono Scamacca, Raspadori e Belotti. Stop. Il campionato continuerà a dettare le convocazioni nella prossima stagione: i due talenti del Sassuolo, in una logica di percorso e se andranno a giocare in un grande club, dovranno costruire la propria carriera.

RIFLESSIONI. Immobile, a 32 anni, non può avere una prospettiva eterna. Sarri gli ha consigliato di mollare. Dopo Palermo era sconfortato, si è sentito ferito dalle cattiverie che gli sono piovute addosso. Il titolo europeo lo ha già vinto e il Mondiale 2026 è così lontano (avrebbe 36 anni) da far immaginare un divorzio. La delusione, però, è figlia di accuse esterne a Coverciano, non sono legate al gruppo con cui ha condiviso la gioia dell’Europeo e il fallimento di Palermo. Ciro alla maglia azzurra ci tiene, ha un fisico integro e vorrebbe lasciare dopo aver ottenuto una riabilitazione nazionale. Da mesi vive certe critiche come un’ombra da cancellare e non è tipo da arrendersi. Un gol all’Argentina a Wembley potrebbe aiutarlo a proseguire oppure, chissà, forse a lasciare. Ne parlerà con il ct. Oggi i propositi di addio sono remoti, come ha lasciato capire a Marassi. MOTIVI. Come e perché in azzurro non si esprima nello stesso modo appartiene ai rimpianti di Mancini e ai suoi. La chiave tecnica porta al gioco corto di Jorginho, Verratti e Barella e alla mancanza di assist di Insigne: non è mai stato assistito come gli capita con la Lazio. La chiave psicologica porta alle eccessive pressioni, mal sopportate. In Nazionale, anche all’epoca di Ventura, stentava. Ha segnato 15 gol in 55 presenze. Non sono pochi, ma sono meno di quanto abbia prodotto in Serie A. La maglia azzurra pesa. Può togliere spensieratezza e tranquillità. E’ successo anche a Mancini, quando giocava.