Corriere dello Sport: “Joao Pedro-Cagliari-Italia: l’azzurro ora piace a tutti”

L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulla possibilità di Joao Pedro di giocare per l’Italia.

Sono giorni chiave per capire l’immediato futuro della Nazionale, attesa venerdì dal sorteggio per il play off premondiale di marzo. E in questo senso anche per veder concretizzata l’ipotesi avanzata giovedì scorso dal ds del Cagliari, Capozucca, ovvero quella di Joao Pedro attaccante azzurro, attraverso l’intrecciarsi di tre interessi (società-giocatore-Figc), destinato a produrre un risultato comune utile. Certo, la nuova posizione di Joao Pedro non gli garantirà alcuna convocazione automatica tra quattro mesi. Le sue chance saranno le stesse di Pavoletti, Caputo, Kean (lasciando da parte Balotelli…), già in passato nel giro di Mancini, e legittimati a riproporsi in chiave Qatar, come alternative a Immobile e Belotti, fin qui senza eredi. Ma andiamo con ordine.

Merita ricordare innanzitutto che la doppia cittadinanza da sola non garantisce automaticamente la possibilità di giocare con due nazionali. In questo momento infatti Joao Pedro è convocabile solo dal Brasile (dunque extracomunitario), sua unica patria calcistica per affiliazione Fifa. E il passo fondamentale per diventare azzurrabile, come da normativa in materia, sarà quella di compilare una lettera-questionario autografata indirizzata alla Federcalcio mondiale in cui dovrà manifestare la sua volontà di rinunciare a questo vincolo per essere associato alla Figc, spiegandone i motivi (anche personali). Stesso iter hanno seguito negli ultimi anni Jorginho, Emerson Palmieri e prima di loro Thiago Motta e Amauri (esempio poco fortunato: una sola presenza, agosto 2010, dopo il cambio di federazione, compiuto a 30 anni). Un passaggio che ogni calciatore che ha i requisiti anagrafico-calcistici, può effettuare una sola volta in carriera, senza poter tornare indietro. Sul piano formale Joao Pedro non dovrebbe avere ostacoli. In Federazione si sta lavorando in questo momento alla verifica degli aspetti burocratici. In particolare alla conferma che l’attaccante cagliaritano abbia solo una decina di presenze nel Brasile U17. Avesse giocato anche un solo minuto nel Brasile A il discorso non si porrebbe.

Ancora non è il momento di contatti diretti. Ma l’interesse esiste, avallato “silenziosamente” da Mancini, mentre il presidente Gravina è stato, per ruolo, più prudente. Nessuno vuol dare l’idea di un’Italia campione d’Europa, costretta a cercare di garantirsi il Mondiale attraverso mosse forzate. Per questo per esempio una pista analoga per rendere azzurrabile il romanista Ibañez (nel mirino di Tite) è stata abbandonata. Ora toccherà a Joao Pedro fare il passo decisivo. Il suo interesse? Cercare di entrare, trentenne, in una delle nazionali più forti del mondo, lui che ha sì segnato 81 gol in 246 partite in rossoblù ma a livello internazionale, in una ventina di presenze tra Europa e Sudamerica, vanta una sola rete, col Peñarol (preliminari di Coppa Libertadores), ormai 10 anni fa. Il Cagliari per parte propria si troverebbe un giocatore divenuto comunitario, dunque con un valore di mercato maggiorato (all’estero) mentre Mancini, costretto a pescare in un lago piccolo i propri attaccanti, data la marea di punte straniere del nostro campionato, avrebbe un’opportunità in più. E visto quel che ci aspetta a marzo niente deve essere lasciato al caso (soprattutto dopo la recente emergenza infortunati). STAGE