Corriere dello Sport: “Italia forza 4, ma la goleada resta a metà”

“Nella notte in cui l’Albania si butta via, perdendo in casa con Israele, l’Italia primatista, grazie a Immobile, a un doppio Belotti e a Candreva, resta affiancata alla Spagna, che batte 4-0 la Macedonia, in questo lungo volatone per entrare dritti nel Mondiale 2018. Stesso risultato per gli azzurri, che si liberano in 45′ del Liechtenstein, ma non trovano la loro benedetta goleada, che avrebbe permesso di iniziare a chiudere la forbice della differenza reti con gli spagnoli: loro adesso sono a +14 e noi a +7 (e 7 sono i gol che restano a distanziarci dal primo posto). La Nazionale realizza dunque un 4-0 dopo 13 anni (allora con l’Azerbaigian), per la prima volta con Ventura non subisce gol, dà segnali molto confortanti nel gioco rinnovato, nella tenuta mentale dei giovani, nella coppia di bomber (3 gol in due come in Macedonia, con percentuali invertite). SENSAZIONI. Nel piccolo Rheinpark di Vaduz, prima il disco dell’inno di Mameli che non parte (con i tifosi azzurri che lo cantano spontaneamente a cappella); poi quello locale identico, nella musica, a quello inglese… Vuoi vedere che ci scappa una serata storta, a furia di esorcizzare la goleada, può aver pensato qualcuno. Invece l’Italia, per 45′, come detto, ha fatto l’Italia e il Liechtenstein si è arreso subito. LA PARTE MIGLIORE. E’ brillante la Nazionale come previsto rinnovata negli uomini e nel sistema di gioco, e animata da uno spirito positivo e volitivo, pompato dentro dai suoi giovani innesti, compreso il deb Zappacosta. Chiamatelo 4-2-4 per convenzione, oppure 4-4-2 senza palla, con Candreva e Bonaventura sulla linea di Verratti e De Rossi o 2-4-4, con Zappacosta e De Sciglio più alti, e pronti al raddoppio sulla fascia. Sta di fatto che il lavoro svolto in questi giorni dal ct a Coverciano per iniziare a lasciarsi alle spalle il 3-5-2 dà i suoi frutti. Ovvio che l’avversario, come volevasi, non era certo dei più probanti. E dunque il vero “nemico” era rappresentato dall’Italia stessa, che avrebbe potuto incartarsi in una gara svogliata e confusa. Nel primo tempo non è stato così, anche perché, come insegna il calcio, puoi giocare con qualsiasi modulo del mondo, ma se nel primo quarto d’ora ti trovi sul 2-0, le cose poi ti vengono più semplici. VOGLIA DI GOL. Raggiunto in fretta il doppio vantaggio, la squadra di Ventura ha continuato a giocare con discreta intensità, cercando i movimenti nuovi con impegno, senza presunzione, e in modo corale. Con Bonucci adesso esentato dall’impostazione lunga da dietro, il gioco è passato sempre in avvio dai piedi di De Rossi e Verratti (buono il debutto della coppia di mediani, pur con qualche sbavatura), con Bonaventura e Candreva sempre disponibili per lo scarico. Sempre più affiatati Immobile & Belotti. Benissimo Romagnoli, dietro e avanti. Proprio da un colpo di testa del milanista, su angolo (11′) è arrivato l’1-0 di Belotti. Un minuto e l’Italia ha raddoppiato, in cima a una “veloce” Bonaventura-Belotti-Immobile. Non fosse stato per Jehle, portiere del Vaduz, il Liechtenstein avrebbe potuto inabissarsi. I ragazzi di Pauritsch resistono, ma pagano pegno con Candreva (32′) e in chiusura di tempo ancora con Belotti (44′). SVEGLIA. Fatto il più, però nella ripresa l’Italia si è seduta, giocando soprattutto per largo, con i locali risistemati col 5-3-2 a fare densità. Eloquente il grido di capitan Buffon: «Torniamo a fare le cose che sappiamo fare!». Ventura per la sua parte è poco dopo intervenuto: fuori Bonaventura per Insigne (22′), accentuando la vocazione offensiva degli azzurri, col napoletano subito capace di offrire una palla gol a Belotti (deviazione di testa a lato). L’Italia ha finito davvero con un 4-2-4 d’attacco, con l’ingresso di Eder per Candreva (29′), completato dall’avvicendamento Immobile-Zaza. Belotti (37′) e l’ex Juve (41′,44′, 46′) avrebbero potuto anche segnare. Ma il 5-0 non è arrivato”. Questo quanto riportato dall’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.