Corriere dello Sport: “Il Palermo mai visto. De Zerbi ha fatto peggio di 60 anni fa: 7 ko di fila e 7 al Barbera. E qui nemmeno un pari”

Macerie. Sono rimaste solo quelle dopo la sfida con la Lazio. Macerie sulle quali ricostruire un futuro che oggi appare pieno di paure e di insidie. E poi, da parte di chi? Di Zamparini? Dei cinesi? Dubbi su dubbi. Resta l’immagine di un terremoto, tecnico e ambientale, che va oltre il problema dell’allenatore. D’ieri, di oggi e di domani. Perché non si spiega con Ballardini e con De Zerbi l’analisi di un disastro di risultati scaturito da una filosofia di azzardi, a scommesse, alla ricerca di plus valenze per sopravvivere, a scelte discutibili, a convinzioni che si sono spente via via sul campo.

MAI COSI’ MALE. De Zerbi ha fatto peggio di sessant’anni fa. Sette sconfitte di fila, settimo ko al Barbera. Una squadra in caduta libera, l’unica nei maggiori campionati europei a non avere mai conquistato almeno un pareggio in casa. Tutto distrutto, tutto annientato in un paio di stagioni rovinose, dopo la resurrezione dalla B e una passeggiata dignitosa in A. Ma erano ancora i tempi di Dybala e Belotti, di Sorrentino e Vazquez. Lezioni che non sono servite. Infatti, il Palermo tocca il punto più basso nella storia di Zamparini. Cominciata con tante promesse e conquiste e ora sul punto di schiantarsi contro un muro di errori. I numeri sono sconvolgenti come i… record. Record al contrario che portano il Palermo all’ultimo posto, non una novità assoluta, pur sempre una delle prestazioni più deludenti. Non solo sconfitte, sei punti in quattordici partite, ancora un primato nell’era Zamparini, il peggiore attacco della A con dieci gol all’attivo, sette ad opera di Nestorovski (come Miccoli e Dybala, nello stesso lasso di tempo; meglio di Toni e di Cavani), unica sorpresa positiva, l’impresentabile che invece sta tenendo in piedi i fuochi fatuii della speranza.

UN CROLLO CONTINUO. Il Palermo ha dilapidato le sue riserve d’oro. Frantumato il rapporto con la tifoseria e con le istituzioni. Dimenticato le pagine più belle della promozione, dell’Europa, della Coppa Italia. Rotto gli equilibri, sbriciolato l’affetto della città. Il numero di paganti è sceso vertiginosamente e ieri a ha toccato il minimo storico con Zamparini mai in precedenza sotto le diecimila e ventitré presenze, se non in B (settemila). Contro la Lazio, 6323 abbonati molti dei quali rimasti a casa, paganti 2366 per un totale di 8689. Cifre, e prezzi al botteghino fuori mercato, che acuiscono il distacco tra società e tifosi.

SALVEZZA. Così com’è, sul piano tecnico e caratteriale, sembra un Palermo spacciato: 27 gol subiti, mai due all’attivo nella stessa partita, un solo punto nelle ultime nove giornate, incertezze sui tempi e sui modi della ricostruzione, dopo l’epurazione della scorsa stagione. Una stagione maledetta cominciata con l’indecisione sulle scelte del direttore sportivo e sul nome dell’allenatore che, appena compiute, sono state ribaltate in poche settimane: Faggiano al posto di Foschi e De Zerbi sulla panchina di Ballardini. E ancora. Una campagna acquisti incompleta portata avanti in un mare di confusione, sempre con giocatori sui quali scommettere o con i giovani. Con due soli italiani, Diamanti e Gazzi che avrebbero dovuto rappresentare il peso specifico degli investimenti e dell’esperienza e che invece si sono rivelati inserimenti difficili se non inopportuni. Nel cuore di una multinazionale senza anima. Senza contare il fallimento dei “saranno famosi” di ieri, Hiljemark, Quaison , Chocev, tesori ormai svalutati e le “certezze” svanite per infortuni. Con lo stesso De Zerbi una scommessa nella scommessa. Risultato? Il Barbera fischia e contesta. Meglio, quel che resta del Barbera e di una città delusa e sopraffatta dall’impotenza. Tutto ormai sembra un miraggio. Anche l’appuntamento con il mercato di gennaio. Trovare una via d’uscita non sarà facile“. Questo quanto si legge nell’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.