Corriere dello Sport: “Il capitano e il presidente. Arcoleo: «Barbera e quel nome a mia figlia: “Chiamala Vittoria, vinceremo”. E invece…»”

Renzo Barbera, per i calciatori, oltre che il presidentissimo, era un amico, un fratello, un padre. Tutti sono transitati da Villa Barbera per un saluto, un chiarimento, un contratto difficile, una situazione di vita. Ne sa qualcosa Ignazio Arcoleo che il 17 marzo del 1973, alla vigilia della sfida, drammatica e decisiva, contro la Lazio, partita con la stessa atmosfera di oggi, con i rosanero in fondo alla classifica e l’allenatore sulla graticola, ieri Pinardi ora De Zerbi, venne affrontato dal presidente in ritiro: «Tra poche ore diventerai padre – disse Barbera – metti a tua figlia il nome Vittoria, perché contro la Lazio vinceremo». Il lieto evento si realizzò alle tre del mattino e Ignazio solo durante la colazione venne avvisato di essere diventato papà dal compagno di stanza Tanino Troja. Altri tempi. Niente telefonini, nessun permesso per essere svegliato durante la notte e per andare in clinica. Niente. E appuntamento con la figlia rinviato. La partita fu un disastro, arbitro Gonella che un anno dopo litigherà furiosamente con Barbera per la Coppa Italia persa ai rigori contro il Bologna. La Lazio di Maestrelli (che nella stagione successiva avrebbe vinto lo scudetto), guidata da uno straordinario Chinaglia, passeggiò alla Favorita con due gol di Garlaschelli, il tecnico rosa Pinardi venne licenziato al rientro negli spogliatoi. La retrocessione era dietro l’angolo. E… Vittoria? La sera, Barbera, malgrado la delusione, con uno dei suoi gesti raffinati, portò personalmente dei fiori alla signora Angela e a Ignazio chiese: «Dammi in braccio Vittoria…». »Presidente – rispose timidamente Ignazio – veramente l’abbiamo chiamata Tiziana, sa… non abbiamo vinto». IL MATRIMONIO Tiziana era il nome scelto dal giorno delle nozze, altra storia di straordinario Barbera. L’anno prima, infatti, 1972, sicuro che il Palermo avrebbe ottenuto la promozione con largo anticipo, il presidente convinse Ignazio di sposarsi il 6 giugno a due giornate dalla fine. Ma non aveva fatto i conti con un crollo improvviso che vanificò l’ottimistica previsione. Il giorno del matrimonio, il Palermo infatti non era ancora sicuro di piazzarsi alle spalle di Ternana e Lazio. Necessario un ultimo sforzo, vietata ogni distrazione. Dunque? Il martedì dopo l’1-1 di Monza, che avvicinava il Palermo alla serie A, Ignazio andò ugualmente in chiesa con Angela dove vennero celebrate le nozze, poi pranzo nuziale e dopo il bacio alla sposa… immediatamente in ritiro, fino al termine della stagione. Con viaggio e prima notte di nozze in nave al rientro da Napoli, dopo il punto della promozione ottenuto al San Paolo con il Sorrento.  Alla Lazio è legata, in qualche modo, anche la memorabile stagione del record negativo di sei sconfitte consecutive (1957) oggi, addirittura, in… discussione. Il Palermo chiuse il campionato con nove insuccessi nelle ultime dieci partite e la retrocessione. L’ultima umiliazione appunto, alla Favorita, 2-6, dalla Lazio”. Questo quanto riportato da “Il Corriere dello Sport”.