Corriere dello Sport: “Format e fair play. Uefa via libera. Eca a Ceferin. Due posti in Champions legati al ranking: un ripescaggio per le big”

L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sul via libera dall’Uefa sul nuovo format e fair play.

La strada è tracciata, e dunque al congresso di Vienna del 7 aprile la Uefa di Ceferin arriverà con il pieno sostegno dell’Eca guidata da Nasser Al-Khelaifi, presidente-manager del Psg e oggi principale sponda del numero uno del calcio continentale nella battaglia, ideologica e legale, contro la Superlega. Nuovo format della Champions (e delle altre competizioni) e soprattutto nuovo fair play finanziario, che nuovo sarà nei criteri e anche nel nome. “Regole sulla sostenibilità”, o qualcosa del genere. Di sicuro “sostenibilità” è stata la parola chiave al centro dei lavori della due giorni, aperta lunedì dall’intervento di Al-Khelaifi e dal confronto costante con la Uefa per riscrivere quel patto che dovrebbe preservare i bilanci del calcio continentale, un’industria che si lecca ancora le ferite per le perdite causate da due anni di pandemia. Al tempo stesso le nuove regole dovrebbero incoraggiare gli investimenti: l’aumento di capitale non più percepito come un tabù? Vedremo.

Nuovo FFP. La piattaforma elaborata dalla Uefa, che ha recepito molte delle proposte dell’associazione dei club, è stata già svelata nella sua architettura portante. Cancellata la regola del “break even”, che chiedeva ai club il pareggio di bilancio tra costi e ricavi, limitando il disavanzo colmabile con aumenti di capitale da parte della proprietà ma dando al tempo stesso via libera alle spese virtuose, cioè gli investimenti per infrastrutture e vivai. Dalla prossima estate, invece, si ragionerà in termini di spese per la squadra (stipendi, acquisti di mercato e ammortamento dei cartellini) che non potranno superare il 70% dei ricavi. La norma arriverà a regime nel 2024-25, con due anni di assestamento nei quali il limite sarà del 90% e dell’80%.

Si è andati in una direzione diversa rispetto a quella del salary cap così come concepito in Nba o Nfl, cioè un monte ingaggi massimo uguale per ciascuna franchigia. Il tetto del 70% del fatturato di fatto cristalizzerebbe gli attuali rapporti di forza sullo scenario continentale assicurando intanto un vantaggio competitivo ai club inglesi – i primi a sfilarsi dalla Superlega facendo impantanare, se non naufragare del tutto, i piani di Real, Barça e Juve – e in generale ai colossi come Bayern e Psg che possono contare su una solida e ricca struttura dei ricavi o su proprietà, vedi il Qatar, dalle risorse praticamente illimitate. Le italiane, per riequilibrare i conti, hanno due strade: aumentare sensibilmente i ricavi o tagliare con decisione il monte stipendi. Nell’immediato, più facile la seconda via, ovviamente.

NUOVO FORMAT. Quanto alla nuova Champions, il congresso di Vienna dovrà sciogliere l’ultimo dubbio: a chi andranno due dei quattro posti in più? L’ipotesi più accreditata è quella di legare due wild card al ranking: club con performance eccellenti negli ultimi cinque anni, che tuttavia hanno fallito l’ultimo campionato, verrebero così ripescati. Un altro assist alle big che potrebbe spianare la strada al posto fisso per una quinta squadra inglese, ad esempio. I club ammessi al torneo principale saliranno da 32 a 36: un posto in più andrebbe alla terza della Ligue 1 (la Francia oggi è 5ª nel ranking), l’altro andrebbe a una vincitrice di un campionato di seconda fascia e assegnato tramite i preliminari.

Niente più gironi, ma un’unica classifica. Ogni club giocherà 10 gare (5 in casa, 5 in trasferta) contro altrettante rivali, con accoppiamenti stabiliti in base alla fasce. Un’unica classifica finale: le prime otto direttamente agli ottavi di finale, altre sedici squadre passeranno invece attraverso un turno di playoff. Il numero minimo di gare salirà così da 6 a 10; le finaliste disputerebbero 17 (o 19) gare in tutto.
Il nuovo format entrerà in vigore nel ciclo 2024-27: segnerà anche il debutto di nuove strategie di commercializzazione dei diritti con il coinvolgimento dell’Eca. La parte che stuzzica di meno la fantasia dei tifosi ma agita certamente i club.