Corriere dello Sport: “Lo sfogo del Mister: «Se proprio devono farci gol, che sia per la bravura degli avversari. Non perché glielo regaliamo noi»”

«Se proprio devono farci gol, che sia per la bravura degli avversari. Non perché glielo regaliamo noi». Lo sfogo di Diego Lopez, che da calciatore fu un difensore duro ed arcigno e dunque ha specifica competenza in materia, è preciso. Dopo Palermo-Atalanta, il difetto è riapparso, addirittura peggiorato. I rosanero compiono errori puerili, spesso in zone pericolosissime a ridosso della propria area, sembrano terrorizzati da un semplice giro palla. Di fatto, confezionano loro stessi le migliori occasioni per il contendente di turno. Disimpegni sbagliati, passaggi semplici fuori misura, leggerezze incomprensibili. Una costante dell’intera stagione che rende tutto molto più complicato. In settimana si parla tanto dell’attenzione e concentrazione necessaria per affrontare le partite, poi spesso il Palermo si fa male da solo. E dire che nelle prime due uscite con Lopez in panchina, la tendenza sembrava cambiata. Pur sotto la pressione del Napoli, i rosa avevano resistito al San Paolo prendendo gol solo per la papera di Posavec. E col Crotone, complice probabilmente anche la modesta caratura del rivale, avevano interpretato bene la gara, concedendo pochissimo.
Il dato si ripete da inizio stagione e non sembra dipendere dai moduli o dagli allenatori che si succedono. Si tratta di errori individuali, ora di questo ora di quel giocatore, costati tantissimi punti. Non parliamo solo di distrazioni nelle marcature che capitano a qualsiasi squadra, ma di gaffes tecniche anche clamorose che facilitano le segnature avversarie. Nella prima casistica, vanno le mancate o tardive chiusure che lasciano troppo spazio per battere facilmente a rete. Come i gol di Icardi a San Siro all’andata o quelli di Callejon e recentemente di Conti con Aleesami e Pezzella colpevolmente superati. Nella seconda le “papere” vere e proprie, statistica in cui il portiere è facile bersaglio. Va sottolineato che Posavec di gol ne ha anche evitati tanti con prodezze da applausi. Ma le reti col Napoli in casa e fuori (Callejon e Mertens), la punizione di Paredes che portò la Roma sul 2-0 e lo scontro con Aleesami che lasciò palla a Suso contro il Milan al Barbera, sono esempi di gol praticamente regalati senza un particolare merito dell’avversario.
Una squadra fragile come il Palermo paga maggiormente anche piccole lacune, perché in Serie A pure un dettaglio trascurato fornisce assist ad avversari di grandissima qualità. Come le difficoltà di adattamento a moduli diversi e scelte tattiche inadeguate o ingenue. Ad esempio, la palla persa da Embalo con l’Udinese che innescò un micidiale contropiede di Fofana, o gli spazi eccessivi concessi da Vitiello a Ljajic col Torino. Poi ci sono gli harakiri veri e propri, e purtroppo quest’anno se ne sono visti parecchi, soprattutto in casa. Su simili episodi incide certamente anche un pizzico di sfortuna, si pensi all’autogol di Goldaniga (di tacco!) che fece la differenza nell’andata contro la Juventus. Ma col Chievo, nel giorno del debutto casalingo di Corini, il Palermo sembrò paralizzato dalle responsabilità: Andelkovic stoppò di fatto il pallone per il vantaggio di Birsa e Goldaniga non si avvide di Pellissier nel passaggio indietro che chiuse il match. Situazione ripetuta a Sassuolo quando Morganella e Posavec non si intesero trasformando un’azione innocua in un gol di Matri. Infine, le gaffes di Jajalo domenica con l’Atalanta. Due passaggi centrali nella propria metà campo finiti sui piedi dell’attaccante che pressa (peraltro un velocista come Gomez) e che si ritrova un’autostrada per andare in porta. Lopez ha ragione ad arrabbiarsi e dovrà scuotere la squadra. Basta distrazioni, venerdì contro Higuain e Dybala meglio fare meno errori possibile che già ci basta la forza della Juventus a marcare una differenza di valore. Si può prendere gol, ma non regalarli“. Questo quanto si legge nell’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.