Corriere dello Sport: “Da Le Iene ai Falchi. AIA, è scontro totale”

L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sull’inchiesta condotta da Le Iene sull’arbitraggio italiano e sull’AIA.

Da Le Iene ai Falchi. Che ci sono sempre stati, ci sono tutt’ora ma – si spera – non ci saranno in futuro. Per strappare un sorriso, trattandosi di Aia, il riferimento faunistico potrebbe non essere campato per aria. La realtà invece è molto meno divertente. All’interno dell’Associazione Italiana Arbitri è in atto una vera e propria guerra di potere, senza esclusione di colpi, della quale vi avevamo già dato conto. Uno scontro che si sta facendo sempre più evidente.

Con il rischio (o l’obiettivo?) di colpire quella parte dell’Associazione (la maggioranza) che con la politica ha poco a che fare e che invece finisce per subire tutto quello che sta accadendo. Così, qualsiasi notizia, qualsiasi situazione può servire per gettare luce (o ombre) sul nemico di turno. Uno stato delle cose che avrebbe notevolmente infastidito anche il presidente Gravina, a conoscenza ovviamente anche della faccia oscura della Luna.

NESSUNA CONVOCAZIONE. L’ultima voce circolata ieri mattina parlava di una convocazione da parte dell’avvocato Viglione, l’esperto legale di riferimento della Federazione, di Carlo Pacifici, presidente dell’Aia (che invece era a Lecce), il motivo il rinvio delle elezioni. Dopo la nuova puntata dell’inchiesta sul mondo arbitrale de Le Iene, andata in onda martedì e che ha visto protagonista proprio il numero uno di via Campania, intervistato da Filippo Roma, è bastato un attimo associare le due cose. Che, invece, sono rimaste ben distinte fra loro. Perché in realtà non c’è stata alcuna convocazione, ma una semplice nota informativa – mandata fra l’altro anche a Giancarlo Abete, presidente della Dilettanti, che con gli arbitri non c’entra nulla. Il motivo è che la Giunta e il Consiglio Nazionale del Coni hanno approvato i nuovi principi informatori per gli Statuti delle Federazioni, al momento al vaglio del Dipartimento per lo sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Quando saranno approvati – non ci sono solo le elezioni sul tavolo – dovranno essere recepiti dalle Federazioni. Per questo motivo la Figc ha avvisato le sue due componenti che per prime avevano messo in calendario le elezioni territoriali (o – parlando di arbitri – sezionali) di aspettare per capire se e cosa fosse cambiato.

DOPPIA LETTURA. Ovviamente, era del tutto priva di fondamento anche l’idea di una richiesta di dimissioni di tutto l’attuale Comitato Nazionale, in realtà in Federcalcio sono irritati per mille altri motivi. Uno degli ultimi, la lettura che è stata data dell’aumento del rimborso chilometrico, ritoccato da 0,21 a 0,25 dopo 10 anni di immobilismo. Una cifra che a molti è sembrata ridicola, quasi irriverente, ma che è già sul budget federale perché sulla base dello storico si stima che nel 2024 ci sia un aumento di 3,5 milioni di euro. Non esattamente gli spicci che uno si ritrova in tasca. Eppure anche questo non è stato apprezzato. Ma come, si chiedono in via Allegri, diamo agli arbitri di base, non di vertice, 3,5 milioni in più dopo anni durante i quali nessuno ha mosso un dito, e tutto passa sotto silenzio? Anzi, peggio, la notizia viene usata contro?