Corriere dello Sport: “Crivello-Accardi, coppia di ferro del Palermo. Nati e cresciuti in città, modelli di attaccamento alla maglia”

L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma  su Crivello e Accardi i due palermitani tornati a rivedere il campo.

Nella compagine rosanero che prepara l’assalto alla vetta pulsa un cuore palermitano. I battiti sono quelli di Roberto Crivello e Andrea Accardi, figure che dopo avere interpretato di recente un ruolo da protagonista sancito in entrambi i casi anche dallo status di capitano, in questa stagione possono essere considerate due new-entry. Due difensori che, abbandonati i rispettivi coni d’ombra nei quali per motivi diversi sono rimasti imprigionati, adesso sono alla ricerca di una nuova centralità funzionale alle esigenze di una squadra come quella guidata da Filippi in cui è il collettivo il vero valore aggiunto. Ecco due risorse aggiuntive in grado di rinforzare il concetto di “gruppo” e fornire un contributo prezioso.

A prescindere dal minutaggio. Non conta la titolarità o la durata dell’impiego sul terreno di gioco. Anche se dalla panchina, Accardi e Crivello sono in possesso dei “titoli” necessari per lasciare il segno e hanno un quid in più che li caratterizza rispetto al resto della comitiva, la palermitanità. Valore importante soprattutto per l’esempio che i due “picciotti” portano costantemente in termini di senso di appartenenza e attaccamento alla maglia. Una delle chiavi vincenti del Palermo che domenica sul campo del Picerno va a caccia della quarta vittoria consecutiva (evento che non si verifica da maggio prendendo in esame le battute conclusive dello scorso campionato tra regular season e playoff) può essere proprio il “recupero” dei due palermitani doc. Portabandiera di una “delegazione” che, in una realtà con 24 leader come ha dichiarato Filippi dopo il match con la Paganese, sa farsi valere anche partendo dalle retrovie.

I 61 minuti giocati in campionato da Crivello, da quando è stato reintegrato dopo essere rimasto fuori dal progetto tecnico e il breve spezzone che Accardi ha disputato sabato scorso nel finale, una vera e propria liberazione per il numero 4 ai box dall’8 agosto a causa di uno stop forzato tra problemi al polpaccio e una infiammazione al tendine d’Achille, sono i primi step di un nuovo percorso. Impronte lasciate da chi, pur non essendo al momento in prima fila, sa che c’è bisogno di tutti e che l’attuale exploit testimoniato dal secondo posto in classifica è il frutto della collaborazione di ogni componente dell’organico.