Corriere dello Sport: “C’era una volta in Sicilia. Palermo unica speranza…”

“La Sicilia è scomparsa dalle mappe della serie A. Dopo 13 anni di presenza consecutiva, il 2017/18 è il primo campionato di massima serie a non prevedere nessuna squadra isolana al via. Con la retrocessione del Palermo, la A si ferma a Crotone, e proprio grazie ad un’impresa dei rosanero, che già retrocessi hanno condannato l’Empoli. Un brutto segnale per la passione del Sud ma un campanello d’allarme anche per un sistema economico-calcistico che a certe latitudini non riesce a tenere un club a certi livelli. Non a caso, il momento attuale è societariamente delicato per tutte e tre le maggiori città dell’isola che agli albori del nuovo secolo avevano fatto sognare l’isola: il Palermo va avanti con Zamparini, la cui avventura pare ormai vicina alla fi ne, il Catania in Lega Pro sconta gli errori delle gestioni precedenti, il Messina, dopo un vortice di cambi di proprietà, è stato costretto a ripartire addirittura dalla D. Con in più il sogno del Trapani, arrivato a un passo dalla clamorosa promozione in A nel 2016, ed oggi tornato in C. ANNI D’ORO. Era dal 2004 che la Sicilia era rappresentata in A. Dopo 20 anni di stenti (dal 1984 col Catania di Massimino e Di Marzio al 2004 col Palermo di Zamparini, Guidolin, Toni e Corini), l’avamposto più meridionale del nostro paese portò una ventata di rinnovamento al calcio italiano. Il Palermo fu l’apripista di un risveglio a lungo atteso, una sorta di riscatto dopo anni di umiliazioni sportive che nel 2006/07 si sublimò con la presenza contemporanea in A di tutte e tre le metropoli dell’isola, risultato mai ottenuto in precedenza. I rosa si. Dieci anni fa tre squadre dell’isola si battevano contro le grandi Nella stagione in corso nessuna… La serie A si è fermata a Crotone, la squadra più a Sud del nostro campionato. Niente Puglia e niente Sicilia, che era presente nella massima serie da 13 stagioni consecutive. Solo un caso o specchio di una crisi? E quando torneranno i bei tempi? INCHIESTA attestarono subito dietro le grandi, qualifi candosi 5 volte per l’Europa, il Messina disputò una stagione strepitosa giungendo 7°, il Catania rilanciò il mito del “Cibali” oggi intitolato a Massimino, sfornando uno dietro l’altro argentini di grande valore e allenatori oggi fra i top del settore (Mihajlovic, Simeone, Montella, Giampaolo). Questo patrimonio di entusiasmo regalò nuove energie a tutto il movimento: 4 campioni del Mondo di Berlino provenivano dal Palermo (Barzagli, Zaccardo, Grosso e Barone), la Sicilia divenne meta graditissima a giovani talenti che vi vedevano una realtà in crescita. Cavani, Pastore, Dybala, Gomez, Vargas si sono aff ermati in questa terra. LA CRISI. Il tracollo ha avuto cause diverse. Il disimpegno economico di Zamparini, le vicissitudini di Pulvirenti, la crisi dei Franza. Ma in generale la diffi coltà di dare continuità ad un progetto gestionale oltre che tecnico. La Sicilia attrae moltissimo sul piano romantico, è una location che manca enormemente al nostro calcio: parliamo di tre città che per numero di abitanti sono fra le prime 13 del paese. Ma trovare risorse per un calcio sempre più incontrollabile qui è ancora più complicato. Carenza di impianti e politica distratta (eufemismo) aggravano la situazione. Anche negli altri sport dove occorrono soldi e managerialità per stare ai vertici, la Sicilia non è ai primi posti. Tanto da chiedersi oggi se questi 13 anni straordinari siano stati la normalità o solo una meravigliosa parentesi. I tifosi restano un patrimonio incredibile che attende solo un segnale per svegliarsi, ma intanto la serie A, abituatasi alle aff ascinanti trasferte siciliane, deve fare a meno di una parte essenziale del nostro substrato sociale e sportivo. Ed è diffi cile intuire in quanto tempo sarà riempito questo vuoto: l’auspicio che duri un solo anno è legato al Palermo, unica rappresentante dell’isola in B”. Questo quanto riportato da “Il Corriere dello Sport”.