Corriere dello Sport: “Capire Posavec: Tedino si fida ancora. Zamparini lo protegge. I compagni lo difendono”

“Prima la notizia: Posavec tra i pali anche a Foggia. Il resto un copione già visto. Come la scorsa stagione. Ormai, a ragione o a torto, è un tiro al bersaglio. Ecco la strana storia di un portiere, Josip Posavec, discusso e, al massimo, sopportato più che amato, anche quando non sbaglia. La Nazionale lo chiama, Zamparini lo protegge, lo spogliatoio lo difende, Tedino non ha mai perso fiducia in lui. Ma i tifosi lo respingono e dentro e fuori dallo stadio è tempesta. Critica nemica, messaggi infuocati, social implacabili. Dalle stanze segrete i compagni urlano la loro solidarietà, Pomini compreso entrato con spavalderia a Brescia e poi tornato in gruppo a fare quello che deve, cioè la chioccia di Posavec senza fagli sentire il fiato sul collo. Tedino e Lupo l’anno preso per questo e per le sue qualità di leader anche a porte chiuse. ASSOLTO. Dall’analisi interna, Josip esce assolto. Primo gol: il portiere non può intercettare il cross e la responsabilità ricade sulla difesa; secondo: la deviazione di Bellusci, sia pure minima, gli toglie il tempo; terzo: era rigore e ci voleva un miracolo. E per questo, ne conveniamo, Posavec non si è ancora attrezzato. Proprio Tedino rifiuta per principio il processo. Il suo è un calcio fatto di pane e fatica, di piccole e grandi cose. E soprattutto di unità. L’aspetto più importante avere compattato il gruppo dopo la retrocessione, i disagi societari, l’obbligo di tornare grandi. Malgrado uno stadio con pochi spettatori. Il suo vangelo parte dal campo e finisce in campo, dalle sette del mattino alle dieci di sera, nient’altro a cui pensare, se non agli errori commessi per non prendere altri gol. Full immersion sull’attività di squadra, senza farsi influenzare da nessuno, senza controllare i social, senza scendere a compromessi. Il pessimismo, le accuse contro questo o quel giocatore, se per partito preso, neppure prese in considerazione. Sono stati quindici giorni d’inferno con tanti nazionali in giro per il mondo, Posavec uno di questi. E con il rammarico che, senza il disagio, il Palermo avrebbe potuto ottenere due o addirittura quattro punti in più. Per Tedino, il discorso su Posavec riguarda presente e futuro. «E’ un grande capitale del calcio europeo e ha delle potenzialità di primo’ordine», la sua idea di base. SBAGLIANO TUTTI. Dunque, bisogna avere la forza di sopportarne eventuali errori e di correggerli. Perché sbagliano tutti ma se è un portiere, soprattutto di primo pelo, facile dire che si perde a causa sua. L’avvenire di Posavec, a cui ovviamente manca la necessaria tranquillità travolto da valanghe di pungenti riflessioni, sta nella capacità di creargli attorno un clima tranquillo. Discorso che vale per tutti. Il resto dovrà farlo Tedino che di portieri bravi ne ha allenati tanti. Da Donnarumma a Meret, da Scuffet a Zaccagno e Audero. Saprà capire se ne ha in mano uno di qualità? I giovani hanno bisogno di tempo e di fare esperienza. Posavec è passato da protagonista a prestazioni con errori più o meno clamorosi in 35 partite giocate (32 campionato, 3 Coppa) e 67 gol subìti (66 campionato,1 Coppa), media 1,91. Di dieci rigori, non è riuscito a pararne neppure uno. Caso mai il tema è un altro. Se con Dybala e una struttura ricca il Palermo retrocesse in B, l’attuale organico (e l’ambiente) è in grado di costruire l’equilibrio necessario perché un baby come Posavec possa portarsi il Palermo sulle spalle?”. Questo quanto riportato da “Il Corriere dello Sport”.