Corriere dello Sport: “Broker accusato di aver truffato diversi sportivi morto. Bochicchio è un giallo già scritto”

L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulle accuse ad un broker.

Il giallo d’inizio estate è quasi nero, il colore dominante nel sipario calato sulla vita di Massimo Bochicchio, 56 anni: nero il muro contro cui si è schiantato con la sua moto Bmw, nero il pezzo di asfalto, all’altezza del civico 875 della Salaria, dove la moto è bruciata in un niente, nero il corpo carbonizzato dell’uomo diventato famoso (o famigerato) come il “broker dei vip”. Tra questi molti sportivi, allenatori e loro parenti come Antonio (e Daniele) Conte, Marcello (e Davide) Lippi; calciatori come El Shaarawy ed Evra; procuratori come Federico Pastorello e Luca Boscherini; tanti imprenditori, molti dei quali ruotavano attorno al Circolo romano dell’Aniene, prediletto dal presidente del Coni Giovanni Malagò, per restare sul lato sport.

E poi, tanti altri, tra cui l’ambasciatore in Gran Bretagna Raffaele Trombetta. Trentaquattro dei suoi clienti sono parte lesa al Tribunale di Roma nel processo che lo vedeva imputato. Gli avevano affidato i loro danari e non li hanno più visti. Pare che Antonio Conte, però, abbia recuperato la metà dei 24 milioni che aveva consegnato a Bochicchio. Accanto a nomi noti e meno noti, finiti in tribunale a richiedere il maltolto, ce ne sono altri che sono rimasti sotto coperta, perché, come diceva il protagonista di questa vicenda in un’intercettazione di due anni fa, “c’hanno un tallone d’Achille”. I loro danari non provenivano da leciti guadagni ma erano frutto di evasione fiscale. O peggio.

Tutto questo e la dinamica dell’incidente spingono per uno di quei casi intricati da film, romanzo o programma televisivo, fiction, docuserie. Nero Italia. Oltre il doveroso rispetto per la famiglia di Bochicchio, ritroviamo tutti i più classici ingredienti per uno svolgimento noir. Ecco che cosa abbiamo: le origini in provincia, Capua nel casertano, padre carabiniere; la scalata al successo come broker grazie alle capacità affabulatorie e alla creazione di relazioni con nomi eccellenti; gli affari a Londra; le vacanze “in” tra Cortina e Capalbio; la grande arte ad arredare le sue residenze: un vaso di Picasso, quadri di Balla e Schifano, litografie di Warhol; fondi internazionali; un colosso bancario (Hsbc); soldi spariti ma che per Bochicchio sarebbero tornati grazie alla collaborazione con i magistrati romani (almeno il 90 per cento); le accuse; la fuga a Dubai e oltre; l’arresto a Giakarta; i sequestri delle case di Roma e Cortina, opere d’arte comprese, per un valore di 70 milioni; gli arresti domiciliari con il permesso, a causa del diabete di cui soffriva, di effettuare visite e controlli medici; infine, la morte misteriosa.