Corriere dello Sport: “Bologna, il nuovo Petkovic è pronto a tutto. A Palermo l’occasione…”

“Quando a gennaio è arrivato a Bologna, Bruno Petkovic era come la matricola che mette piede per la prima volta al liceo. Sbarazzino il giusto, timoroso per quello che serve. Non si era mai misurato a certi livelli e nel suo lungo peregrinare tra Lega Pro e B, con un assaggio di A, l’unica piazza in cui era riuscito a lasciare il segno è stata anche l’ultima prima di Bologna, Trapani. E dunque: era – prima di ogni altra cosa – un giocatore da costruire. Da limare, da sgrezzare. Sotto tutti i punti di vista. Strutturale, per esempio. Gli andava costruita una struttura, perché il fisico da corazziere – 192 centimetri per 88 kg – rischiava di risultare una forma senza il contenuto, di essere un peso, zavorra nella crescita. Con un fisico così potente, si è lavorato sulla leggerezza, alla ricerca di tutto quello che servisse per «asciugare» il gesto tecnico. Per dirne una: i primi giorni soffriva terribilmente le sedute di allenamento di Donadoni e del suo staff. Semplicemente: non vi era abituato. Non è un caso che per le prime due settimane, Petkovic non sia mai sceso in campo. Si era allenato, fino a quel momento della sua carriera, a ritmi blandi, senza mai forzare, senza mai chiedere qualcosa di più a se stesso. Ed è qui che entra in gioco l’aspetto mentale. Petkovic si è sempre allenato accontentandosi di quello che riusciva (e poteva) dare. A Trapani, per un anno e mezzo, ha vivacchiato fidandosi del proprio talento. Se l’è fatto bastare. CRESCITA ESPONENZIALE. Quando è arrivato a Bologna – pagato poco più di un milione – Petkovic è stato blindato con un contratto di quattro anni e mezzo, fino al 2021. Il Bologna ritiene che il ragazzo – 22 anni – abbia le potenzialità per diventare, nel giro di un paio di stagioni, un attaccante di prima fascia, di quelli che si caricano sulle spalle la squadra e se la trascinano dietro; un giocatore offensivo «moderno», capace cioè di riassumere in sè tutte quelle caratteristiche che nel calcio di oggi sono basilari. La forza fisica. La tecnica. La velocità di pensiero. La duttilità. A Casteldebole – con tutte le cautele del caso – si è sempre pensato, e si continua a pensare, che un giocatore come Petkovic possa trasformarsi in un piccolo Ibrahimovic. Con il tempo, con pazienza. Con la disponibilità (da parte sua), e la capacità di coinvolgerlo (da parte del Bologna). SEMPRE PIU’ PRESENTE. Bruno ha giocato tre partite da titolare, in concomitanza con l’infortunio di Destro, Inter, Genoa e Lazio, tutte da prima punta; e quattro scampoli, finali di gara tutti nell’ordine dei venticinque minuti. Non ha ancora trovato il gol. L’ha sfiorato, in un paio di occasioni. Però si è fatto apprezzare da Donadoni per come si è messo al servizio della squadra, anche a costo di tenere a guinzaglio la propria frenesia, tipica di chi vuole dimostrare tutto e subito. Il Petkovic che debuttava contro il Napoli e partiva lancia in resta contro la difesa avversaria appartiene al passato; questo Petkovic è stato «reimpostato» in maniera diversa. Tanto che nelle ultime ore sono salite le possibilità che Bruno – a Palermo – parta dal primo minuto, magari al posto di quel Destro che sta trascinando la sua stagione in una zona grigia.”. Questo quanto si legge su “Il Corriere dello Sport”.