Corriere della Sera: “Diritti Tv: alleanze, pirati e trappole. La corsa all’oro del calcio in tv, a sorpresa spunta anche Amazon?”

“La corsa all’oro del calcio in tv è iniziata. Le prossime settimane saranno decisive per inquadrare la partita dai cui destini dipende il futuro della serie A. Più passa il tempo e più si rischia di svalutare l’appeal di un campionato già in affanno rispetto alle «boutique» inglesi e spagnole. Il triplice fischio comunque è atteso per luglio. La Lega, divisa su tutto, ha ritrovato l’unità nell’approvare le nuove linee guida che definiscono i pacchetti di vendita del triennio 2018-2021 dopo la bocciatura dell’Antitrust. Ed è proprio il braccio di ferro fra l’authority e il condominio del pallone uno dei punti più complessi della vicenda. Una nuova mancata approvazione del Garante, che ha 60 giorni di tempo per decidere, sarebbe sorprendente e genererebbe un ulteriore stallo con inevitabile perdita di valore. La richiesta dell’Agcm di «vedere in anteprima» i pacchetti è considerata inaccettabile dal punto di vista economico, sarebbe l’equivalente di una partita a poker a carte scoperte. Ma anche da quello legale, visto che la legge Gentiloni-Melandri pone dei limiti all’authority escludendo che debba esprimersi sui pacchetti, di prerogativa della Lega. Dietro le quinte Il clima del banchetto non è dei più sereni. Da una parte c’è l’attendismo di Sky: l’emittente di Murdoch punta al massimo — tutte le squadre — cercando di spuntare un prezzo favorevole. E cavalcando le difficoltà della vecchia concorrente Mediaset con la quale, si dice, potrebbe chiudere un accordo commerciale per Premium. Poi c’è Telecom, intenzionata a far crescere i suoi canali della banda larga: potrebbe far sponda con Mediaset o giocare da sola per alcuni pacchetti con l’assenso dell’azionista di riferimento Vivendi. I francesi, in attesa di chiarire la battaglia legale con il Biscione, calerebbero l’asso del calcio, l’unico prodotto in grado di spingere gli abbonamenti. Si muove anche Discovery con una doppia opzione: digitale terrestre (Canale 9) e i canali Eurosport. In posizione più defilata i big dell’online: in teoria lo spazio ci sarebbe anche per nuovi servizi come Amazon Prime Video, che potrebbe decidere di entrare in Italia con investimenti importanti. La penisola dei pirati Infine quelli che nessuno vuole, gli imbucati: almeno un milione e 250 mila italiani guardano partite a scrocco da siti o pagine social pirata, con danni stimati in 250 milioni di euro l’anno. Misure come il blocco temporaneo (o totale in caso di recidiva) delle connessioni aiuterebbero a combattere il fenomeno. Contro la decrescita L’obiettivo della Lega e dell’advisor Infront è incassare dai diritti del calcio duecento milioni in più rispetto all’ultima assegnazione, cioè un miliardo e 400 milioni di euro per tre stagioni. Cento in più dai diritti domestici e altrettanti dall’estero facendo leva anche sui piani di crescita dei club. L’Inter di Suning è considerata un grimaldello per il ricco mercato cinese e in prospettiva è l’antagonista più accreditata della Juventus. Il canale fai-da-te Per valorizzare al meglio la serie A saranno predisposti pacchetti mirati, per piattaforma e per prodotto: in quest’ultimo caso, per esempio, il più piccolo dovrà contenere almeno 30 anticipi o posticipi. L’idea è invitare nuovi soggetti a investire nel calcio, anche a costo di «spacchettare» il campionato su più emittenti come già avviene in altri Paesi. In caso di offerte al ribasso la Lega ha approvato il piano B: un proprio canale dal quale commercializzare senza intermediari il suo «oro». Come? Vendendo le partite a tutti gli operatori pay-tv e Internet (satellite, dtt, banda larga eccetera) e associando il pagamento di un minimo garantito da costruire in base al numero di abbonati. A nuove aziende che entrano verrebbe chiesto un «gettone»”. Questo quanto scritto da “Il Corriere della Sera”.