Corriere del Veneto: “Venezia, scelto advisor per nuovi investitori”

Il Venezia è alla ricerca di nuovi investitori per allargare il progetto della società lagunare, servono nuovi capitali per poter garantire la permanenza in Serie B e per poter creare uno stadio nuovo. L’edizione odierna del “Corriere del Veneto” fa il punto della situazione, dicendo che la società lagunare  ha già incaricato Banca Finint di farci da advisor nella ricerca e selezione di potenziali investitori. L’obiettivo ovviamente è quello di andare avanti sul progetto del nuovo stadio, che è molto impegnativo dal punto di vista finanziario». La conferma arriva da Dante Scibilia, direttore generale della società lagunare. Enrico Marchi sta già lavorando – in prima persona, dice chi gli sta vicino – per conto del presidente Joe Tacopina, che ha affidato un incarico formale alla sua società. Il presidente di Banca Finint, e anche di Save, dovrà dunque cercare società o fondi che vogliano investire sia nel calcio lagunare che soprattutto nella grande operazione immobiliare che porterà alla costruzione di una «cittadella dello sport» a Tessera, con uno stadio da 18 mila posti(ampliabile fino a 25 mila), un park retail con negozi e un hotel. Un investimento da 185 milioni di euro che darà un nuovo impianto al Venezia, che ancora gioca nello storico stadio Penzo a Sant’Elena, in centro storico, in un’area di terraferma di fronte all’aeroporto, in futuro raggiungibile anche con il treno, proprio lungo la linea diretta allo scalo già pianificata da Rete ferroviaria italiana. È per questo che il coinvolgimento di Marchi nell’operazione ha una doppia valenza. Non solo perché è alla guida di una delle principali società di advisoring del territorio, con una rete di relazioni nazionali ma anche internazionali; ma soprattutto perché lo sviluppo di quell’area interessa moltissimo la società di gestione dell’aeroporto Marco Polo,che in passato aveva tentato di essere protagonista in prima persona. L’intenzione di Marchi però è quella di non intervenire in prima persona, come confermano fonti a lui vicine e l’incarico di advisor ricevuto da Tacopina. Il suo ruolo sarà quello di«regista»: personalmente non ha certo i mezzi propri per un investimento di quel livello, Save non ha come core business quello di costruire stadi, gli stessi fondi gestiti da Finint sono più indirizzati verso l’ambito industriale. Ma di certo Marchi non si è tirato indietro, visto che non gli dispiacerà selezionare i suoi futuri«vicini»,oltre al fatto che pochi conoscono meglio di lui il contesto e la storia di quelle aree. Il presidente di Save non vuole fare il «salvatore della patria», ma si è messo ben volentieri a disposizione per garantire il cambio di passo al progetto e anche al percorso che vuole riportare la squadra della città ai massimi livelli calcistici. E da tutte le parti arriva anche la rassicurazione che i nuovi soci saranno «al fianco» di Tacopina, non con l’obiettivo di subentrargli. «È quello che abbiamo
sempre annunciato-continua Scibilia -Oltre agli investitori stiamo cercando anche i soggetti che dovranno gestire la parte retail e l’hotel, in modo tale da poter definire nel dettaglio il piano economico finanziario e capire in anticipo eventuali esigenze di questi soggetti».Il percorso è tracciato e non l’avrebbe cambiato nemmeno la retrocessione del Venezia in serie C, evitata in maniera rocambolesca all’ultima giornata grazie al 3-2 di Carpi con la tripletta di Gianmarco Zigoni e poi con la retrocessione «in tribuna
le» del Palermo. «Lo stadio arriverà tra quattro anni e mezzo, dunque c’è tempo continua il direttore generale – Il nostro obiettivo sportivo e di budget per questi anni è di creare una squadra che possa fare dei buoni campionati in serie B. Poi se dovesse capitare l’annata eccezionale la promozione sarebbe un evento positivo e importante, ma non spenderemo follie». Quando si taglierà il nastro dello stadio nuovo,ovviamente,il discorso cambierà.