Coronavirus, sulle zone rosse non si decide. Rezza (Iss): “Siamo ancora in fase di valutazione” (VIDEO)

«Ore particolarmente frenetiche». Giovanni Rezza ha scelto queste parole per cominciare la conferenza stampa dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss). Una conferenza attesa, visto che arriva appena prima dell’entrata in vigore del nuovo Dpcm che inaugurerà la stagione dei lockdown regionali (o provinciali). I primi dati citati da Rezza, direttore generale della Prevenzione al Ministero della Salute, sono quelli sui tamponi. Al momento la percentuale dei pazienti positivi sul totale dei casi testati supera il 10%. L’obiettivo dell’Iss è quello di arrivare a 200 mila tamponi al giorno. Dopo una flessione di nuovi casi negli ultimi giorni, oggi il numero di contagi da Coronavirus è tornato a superare quota 30 mila, con 352 vittime.

«Il trend sembra mostrare una certa stabilizzazione ma non sappiamo ancora se possiamo vedere gli effetti di alcuni provvedimenti presi, come il dpcm e alcune ordinanze regionali su uso continuativo delle mascherine», spiega Rezza. Il tema più scottante però arriva presto. La prima domanda della sala stampa è sulle regioni: ancora non è certo quali saranno quelle zone rosse in cui le misure decise dal governo saranno paragonabili a un nuovo lockdown. Rezza ha spiegato che non è ancora possibile definire degli automatismi: una volta raccolti tutti i valori, bisognerà comunque decidere di caso in caso.

Al netto di questo, i nomi delle regioni in cui l’epidemia è più presente sono quelli che circolano da giorni: «Le regioni piu colpite sono la Lombardia, il Piemote e la Campania che registrano molti positivi. Sono regioni che in termini di tasso di incidenza sono piuttosto alte, piu o meno al livello della Lombardia. L’incidenza è elevata anche in Veneto mentre in Lazio vediamo un leggero incremento però sembra essere abbastanza graduale. Poi ci sono regioni piu’ piccole come l’Umbria con 500 casi circa, che in termini di incidenza sulla popolazione è piuttosto elevata»