Coronavirus, Ranieri: «Un nostro giocatore tornato positivo al Covid! Sì alla Serie A da gennaio 2021»

Il tecnico della Sampdoria Claudio Ranieri è intervenuto a “Radio Anch’Io”per parlare dell’emergenza Coronavirus in riferimento sia al campionato che alla sua squadra nello specifico. Ecco qui di seguito le sue parole.

CORONAVIRUS – «Io sto bene, ringraziando Dio. I nostri giocatori, chi più chi meno, si sono ripresi tutti. Certo non è stato bello sentire i miei ragazzi colpiti, uno dopo l’altro, dal male. È stato molto brutto, ma li sentivo giorno dopo giorno sempre meglio, in forze e con un altro spirito. Ora tutti i giocatori della Samp si stanno allenando, stanno lavorando quotidianamente. Poi starà ai medici dare l’idoneità. Io non so se si riprenderà o meno, dico che questo campionato sia da concludere, ma l’ultima parola deve spettare ai medici sportivi, che devono dirci cosa fare e ogni quanti giorni rifare i controlli».

RIPRESA – «Non so se sia possibile o no ripartire, dico che i medici devono prendersi le loro responsabilità e capire se è il caso di far ricominciare o meno. È una malattia che nessuno conosce e nessuno sa come andrà a finire. I giocatori sono come macchine di Formula Uno, vanno spinti al massimo. Si potranno spingere al massimo questi ragazzi? Basterà un mese di preparazione per poi andare a giocare tre partite a settimana? Io non posso rispondere né sì, né no perché non sono un dottore. Dobbiamo ripartire? Benissimo. Si prendono tutte le precauzioni del caso? Benissimo. Giochiamo tre partite a settimana? Benissimo. Se non si dovesse ripartire? Io sono un allenatore, non devo essere io a prendere queste decisioni. Qualsiasi scelta sarà presa, ci sarà comunque del caos e ci saranno degli scontenti. Lasciamo questa patata bollente a chi deve decidere».

CINQUE CAMBI – «Allora facciamo cinque cambi a partita, così aiutiamo i ragazzi a recuperare al meglio, se no li portiamo allo stress massimo e non mi sembra il caso, soprattutto quei giocatori, anche di altri squadre, colpiti dal Coronavirus. Non ne ho parlato con nessuno, ho letto che in Inghilterra vogliono fare così e mi sembra una cosa molto giusta».

POSITIVO DUE VOLTE – «Io ho avuto un giocatore che era stato dichiarato prima positivo, poi negativo, poi ha ripreso leggermente ad allenarsi da casa ed è tornato positivo. Per questo dico che bisogna essere cauti, stare attenti perché da quello che ho letto questo virus potrebbe dare problemi al cuore. I giocatori devono essere al 100% idonei, sappiamo che ci sono delle remote possibilità che possa essere attaccato un apparato come il cuore. Io non dico se sia giusto o sbagliato, ma i dottori devono mettersi d’accordo su tutto quello che va fatto, quante volte e come, per dare la sicurezza ai giocatori».

CAMPIONATO FALSATO – «La ripresa potrebbe stravolgere i valori tecnici perché dopo un mese e più di inattività c’è chi risponderà meglio e chi risponderà peggio. Per me sarà sempre un campionato falsato, perché non c’è stata la regolarità completa. Poi penso che sia anche giusto che ci si giochi il campionato o la salvezza sul campo, su questo non c’è dubbio».

CAMPIONATO “SOLARE” – «La proposta di campionato nell’anno solare di Galliani? Visto che il Mondiale 2022 sarà giocato in inverno, non vedo questa idea come sbagliata. Se pensiamo di iniziare a gennaio 2021, cosa che approvo, avremmo sei mesi per vedere se avremo sconfitto il Coronavirus e poi concludere il campionato in corso».

FERRERO – «Ferrero non ci ha mai detto che vuole chiudere questo campionato qui, lui pensa sempre alla salute dei ragazzi e aspetta le decisioni che verranno prese. Noi da martedì 10 marzo abbiamo dato ogni giorno il lavoro ai ragazzi, che stanno facendo tutti i giorni tranne chi è stato colpito dal Coronavirus».

ALLENAMENTI – «Se riprendessimo a giugno e luglio si giocherebbe sempre la sera, quindi gli allenamenti sarebbero da fare la mattina o la sera. Questo non è un problema, per chi sarà più stanco ci saranno dei cambi. L’importante è però la salute, giocare a 20 gradi o 30 non sarà lo stesso, ma poi dipenderà anche dall’allenatore».

STIPENDI – «Io credo che l’Aic e l’Aiac non dovrebbero stare fuori da questi discorsi, ma dovrebbero lottare per la categoria, soprattutto per i colleghi di Serie C. Io dico solo una cosa: i miei giocatori hanno preso il virus lavorando, ora si stanno allenando. Non è che sono andati in vacanza, gli mandiamo ogni giorno il programma e li controlliamo. E allora? A chi si infortuna sul lavoro cosa succede?».