Coronavirus, Palermo: porta del cibo alla propria compagna, multato

Secondo quanto riporta “Ilsicilia.it”, continuano le segnalazioni, registrate in tutta Italia, relative alle emissioni di verbali, da parte delle Forze dell’Ordine, che non terrebbero conto delle effettive motivazioni riportate nelle dichiarazioni esibite dai cittadini. Il fatto stavolta è accaduto a Palermo, più precisamente domenica 26 aprile. La storia riguarda Alessandro Pirrotta, al quale è stato formalizzato un verbale da 533 euro dopo essere stato fermato, da alcune volanti della Polizia di Stato, ad un posto di blocco in viale Regione siciliana. Pirrotta si sarebbe recato a casa della sua fidanzata per portarle del cibo per il pranzo, in quanto impossibilitata a recuperarlo anche con richieste di consegne a domicilio, considerato che il servizio nei giorni feriali è sospeso. Al ritorno, all’altezza di Fondo di Carlo, sito in viale Regione Siciliana a Palermo, fermato per un controllo, nonostante Pirrotta fosse munito di autocertificazione, che a norma di legge lascia il tempo che trova secondo l’articolo 13 della Costituzione (il DPCM è appunto un decreto non una legge codificata – ndr), dopo aver mostrato documenti personali e del veicolo, gli è stata notificata la sanzione che, secondo lo stesso Pirrotta, non terrebbe conto della reale motivazione addotta per lo spostamento, tanto da non essere stata nemmeno riportata tra le note del verbale. “Non ho alcuna intenzione di pagare questo verbale – ha dichiarato Pirrotta – perché avevo una giusta motivazione per il mio spostamento, che loro non hanno minimante tenuto in considerazione, l’unico mio errore è stato non leggere il verbale, fidandomi del fatto che avessero riportato la mia dichiarazione, e firmarlo. Questa mattina ho già contattato il mio avvocato, procederò secondo le vie legali, perché trovo ingiusto che nonostante abbia rispetto tutte le norme, compreso l’autocertificazione compilata che è già un abuso, si verifichino queste situazioni. Sembra che abbiano solo bisogno di fare cassa, siamo in dittatura”.