Coronavirus Italia: Bologna diventa arancione scuro

Le varianti si diffondono e i contagi aumentano rapidamente: anche l’area metropolitana di Bologna passa in zona arancione scuro. La notizia, che era già nell’aria da qualche ora, è stata ufficializzata dal sindaco di Anzola Emilia e consigliere delegato della città metropolitana di Bologna, Giampiero Veronesi, al termine della riunione che si è svolta nel pomeriggio di giovedì 25 novembre tra Regione Emilia-Romagna, Ausl e città metropolitana di Bologna. Il provvedimento decorrerà da lunedì 1 marzo per le scuole e dal 27 febbraio per tutto il resto.

“A seguito della riunione urgente convocata oggi dal Sindaco Metropolitano Virginio Merola – scrive Veronesi su Facebook – comunico a tutti i miei concittadini che si è deciso di istituire la zona arancione scuro per tutti i Comuni della Città Metropolitana di Bologna (quindi Anzola compresa). Il provvedimento (che decorrerà da lunedì 1 marzo per le scuole e dal 27 febbraio per tutto il resto) è giustificato dall’aumento esponenziale dei contagi su tutta la provincia di Bologna ed il conseguente probabile collasso, nel breve periodo, delle strutture sanitarie (nella giornata di ieri è stato raggiunto, sulla provincia di Bologna, il picco massimo di contagi dall’inizio della pandemia). Questa decisione comporta, tra le altre, la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado per 15 giorni (ad eccezione della scuola dell’infanzia e dei nidi), la limitazione degli spostamenti sia tra un Comune e l’altro sia all’interno del proprio Comune di residenza, la chiusura degli impianti sportivi (anche all’aperto), ed altre specifiche limitazioni. Seguiranno gli aggiornamenti del caso non appena verranno forniti”.

Il Bolognese è nel pieno del “terzo picco” della pandemia di Coronavirus e, “come per il circondario imolese” dove sono in vigore restrizioni da “arancione scuro”, si “valutano” misure più severe per contenere i contagi. Lo aveva dichiarato nella mattinata del 25 febbraio l’assessore regionale alla Salute dell’Emilia-Romagna, Raffaele Donini, illustrando l’ipotesi di una stretta per il Bolognese.

“Quando si parla di un’ondata rispetto a un’altra sembra quasi che il virus non circoli tra una e l’altra – ha sottolineato Donini – In realtà questo è un terzo picco di una pandemia che è ancora lì da un anno, che non è mai stata debellata”.

Quanto all’aumento di incidenza di casi nelle ultime settimane, in particolare nel Bolognese, secondo Donini sarebbe il frutto di una “coincidenza della cosiddetta ‘zona gialla’, di un sistema di restrizioni più blando, e di una presenza di una mutazione genetica del virus”. Ora, prosegue, “per noi è un inedito” perché la regione nel suo complesso è in zona arancione ma per la prima volta in contemporanea con la circolazione della variante inglese: “Quindi dobbiamo capire se queste misure sono sufficienti per addolcire, fermare e ridurre la curva oppure se serva, come abbiamo fatto per esempio nel circondario imolese, a livello locale, con un tasso di incidenza particolarmente elevato, adottare ulteriori misure di contenimento”. “Lo abbiamo fatto per il circondario imolese, lo stiamo valutando ovviamente anche per la Città metropolitana bolognese”.

Secondo l’ultimo bollettino di mercoledì 24 febbraio, sono 1.427 i nuovi casi positivi al Coronavirus in Emilia-Romagna di cui 227 in provincia di Bologna e 65 nella zona di Imola. La percentuale dei nuovi positivi sui tamponi fatti da ieri è del 3,4%, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 201 (+5 rispetto a ieri), 2.025 quelli negli altri reparti Covid (-16). Purtroppo si registrano altri 33 morti: 16 in provincia di Bologna.

Zona arancione scuro: cosa prevede
In generale, rispetto alle zone arancioni cambiano le regole sugli spostamenti, le seconde case e la scuola, meno su bar, ristoranti e negozi. In zona arancione scuro i movimenti sono vietati anche all’interno dello stesso comune, contrariamente a quanto avviene nel resto della Regione, ora in zona arancione: non si può, quindi, uscire di casa neanche per spostarsi nel proprio comune. Restano possibili i movimenti per lavoro, necessità, salute e rientro al domicilio o alla residenza. Altra differenza rispetto alla classica zona arancione è anche il divieto di andare a trovare parenti e amici nelle abitazioni.

Per quanto riguarda bar e ristoranti le regole in zona arancione rafforzata sono praticamente identiche a quelle della classica zona arancione, sia in Emilia-Romagna che in Lombardia. È vietato consumare cibi e bevande nei ristoranti e nei bar né nelle loro adiacenze: consentiti solamente l’asporto e il domicilio.