Coronavirus: in Sicilia si va verso la fine della zona rossa. Vicina nuova ordinanza

Anche oggi Sicilia sotto i mille nuovi casi, ma soprattutto risalta la differenza rispetto a 7 giorni fa con un netto calo sia nel numero dei contagi che nel tasso di positvità. Significa che l’andamento della pandemia fa ben sperare e che probabilmente la zona rossa ha portato dei risultati e ancora per qualche giorno li porterà.

Fino alla settimana scorsa la Sicilia era la regione col più alto tasso di positività e il numero dei nuovi casi sfiorava i 2000 al giorno. Se nei prossimi giorni il trend verrà confermato, da domenica la Regione allenterà le misure.

“Auspichiamo di uscire dalla zona rossa il 31 gennaio”, ha detto l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, nella replica ai parlamentari a conclusione del dibattito all’Ars sulla situazione pandemica nell’isola.

Resta da considerare la valutazione che verrà fatta da Roma, ma tutto lascia supporre che l’Isola possa tornare in zona arancione. “Qualche ora ancora e scopriremo se l’indice Rt, come appare dalla riduzione dei contagi in Sicilia, ci permetterà di condividere col governo centrale il possibile declassamento del rischio della regione”, aveva detto questa mattina Razza riferendo all’Assemblea siciliana sulla situazione pandemica in Sicilia, attualmente in zona rossa.

La decisione di anticipare la zona rossa in Sicilia “non è stata politica – dice l’assessore -. Quando Musumeci ha chiesto di anticipare di una settimana la zona rossa lo ha fatto sulla base di una valutazione prognostica perché si poteva immaginare che l’indice Rt avrebbe superato 1.25 e questo avrebbe reso obbligatoria la zona rossa per tre settimana. Una valutazione azzeccata, perché l’indice Rt poi superò 1.27”.

Nelle ultime settimane, ha ricordato Razza l’incidenza per 10 mila abitanti “ci trova al quinto posto, quella per deceduti sempre per 10 mila abitanti al 12esimo posto, e i tamponi molecolari realizzati, sempre su 10 mila, al 7mo posto”.

La Sicilia “è tra le regioni italiane che hanno il maggior rispetto dei parametri di ospedalizzazione, che vedono una soglia del 30% per le terapie intensive e del 40% per la degenza ordinaria. L’Isola in questo momento si trova al di sotto di entrambi i parametri”, ha spiegato l’assessore.

Sul fronte scuola, in vista della riapertura delle superiori la Regione siciliana sta mettendo in campo un progetto. “Stiamo verificando l’attuazione di un programma ‘Scuole sicure” con il Cts e assessorato alla istruzione per la ripartenza”, ha detto Razza.

Critiche arrivano dal Partito Democratico, che chiede a Razza di “fare chiarezza”. “La gestione dell’emergenza epidemiologica in atto impone lo scrupoloso rispetto dei parametri di tipo scientifico – dicono i parlamentari del Pd all’Ars con un ordine del giorno, primo firmatario il capogruppo Giuseppe Lupo, approvato dall’aula -. Nelle ultime settimane il presidente della Regione – spiegano i parlamentari Pd – è passato dall’invocare misure ancora più restrittive della ‘zona rossa’ voluta dal governo nazionale, fino a chiedere per la Sicilia le regole meno severe previste per la ‘zona arancione’. Tutto questo è riuscito solo a scatenare confusione nei cittadini ed incertezze negli operatori economici. E’ il momento di fare chiarezza applicando misure di contenimento frutto di valutazioni effettuate dalla cabina di regia a seguito di monitoraggio del livello di rischio presente in ciascun territorio e sulla base di rigorosi criteri scientifici, come declinati dal decreto del Ministro della salute 30 aprile 2020. Pertanto – concludono i parlamentari Pd – sarà solo in base ai suddetti criteri se la Sicilia potrà allentare le misure restrittive in vigore, magari prevedendo misure più rigide localizzate in porzioni di territorio nelle quali la curva epidemiologica mostra un andamento meno favorevole”.