Como, il manager Suwarso: «Non è questione di “se”, ma di “quando” andremo in A»

Il manager del Como Mirwan Suwarso, si è espresso ai microfoni de La Provincia di Como dello stato di ristrutturazione dello stadio Sinigaglia e anche in vista della possibile promozione in Serie A.

«Il progetto messo appunto dalle aziende specializzate cui abbiamo affidato lo studio, è arrivato sul tavolo della proprietà. Manca il passaggio, formale ma fondamentale, delle firme, una volta approvato il progetto dalla famiglia Hartono saremo pronti per presentarlo al sindaco Rapinese. Quando avverrà il passaggio? Credo che per la fine del mese potremmo essere pronti per presentarci negli uffici del Comune. Dall’inizio dei lavori secondo me potremmo farcela in un anno al netto delle lungaggini legate a permessi e altre questioni burocratiche. Ovviamente in caso di Serie A abbiamo un piano B e lavoreremo per rendere lo stadio idoneo alla massima serie. Certo dovendo radere tutto al suolo per costruire un nuovo impianto non abbiamo in programma di spendere 3-4 milioni per sistemarlo. – continua Suwarso -,Non siamo qui per buttare via i soldi. Ma credo che si potrà adeguarlo brillantemente e anche in tempi brevi».

«Obiettivo? Quello di giocare comunque in casa sia in Serie A sia in Serie B, poi potrà capitare di giocare altrove una partita, ma l’obiettivo è procedere a pezzi e consentire di giocare sempre al Sinigaglia. Trasloco alla Juventus Stadium? No, troppo lontano, meglio San Siro (ride NdR), ma già ci giocano due squadre ed è difficile. Lugano? A parte gli scherzi, non ci abbiamo ancora pensato. L’obiettivo è rimanere qui. Quando arrivammo qui ormai cinque anni fa la città era meno azzurra di oggi. È bello vedere la gente che va allo stadio con la maglia del Como, oppure vedere richiami alla squadra in giro per la città. – conclude il businessman indonesiano – Cerco di non parlare delle cose sul campo e del calcio dal punto di vista tecnico, ma solo sull’andamento degli affari, inoltre ho deciso di non emozionarmi (ride ancora NdR) perché l’emozione è faticosa e non ti fa leggere le cose con lucidità. Detto questo la nostra filosofia è pianificare non se la squadra andrà in Serie A, ma quando».