Cellino: «Il Palermo di Zamparini grande favorito per la serie A. Corini e Tonali…»

L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” ha deciso di riportare alcune delle dichiarazioni rilasciate dal presidente del Brescia Massimo Cellino. Ecco quanto si legge: “Nella nuova sede aperta da pochi mesi, simbolo della rivoluzione, Massimo Cellino, presidented el Brescia, spiega che avere un gioiellino in casa lo entusiasma ma anche lo spaventa. Quanto vale Tonali? «Non faccio cifre, sto cercando di proteggere un vero talento». PapàCellino. «No,diciamo che sono lo zio.Ha una famiglia solida, tipica lombarda. Ha promesso a me e alla mamma che finirà lo scientifico». Meritava la Nazionale? «Certo, e metterà in difficoltà Mancini, perché è pronto. E’ il prototipo del centrocampista moderno, inventa e difende». Il nuovo Pirlo? «Si assomigliano fisicamente, per il resto sono diversi: Pirlo alla sua età giocava più avanti poi Ancelotti gli ha cambiato ruolo, Sandro ha grandi doti di equilibratore e credo farà il percorso inverso: tra qualche anno giocherà trequartista. E’ formato dal punto di vista muscolare e ha il senso del gol. Mi ricorda O’Neill che dal Cagliari è poi passato alla Juve». Quanto le manca Cagliari? «Moltissimo, è la mia terra. A volte quando sono distratto e sento alla radio qualcuno che dice “il presidente del Cagliari”, mi giro di scatto, credo che stia parlando di me. Non mi sono ancora abituato all’idea». Si sente con Giulini? «No, non si è comportato bene quando ho venduto la società». Come sono i bresciani? «Grandi lavoratori. E ancora più provinciali dei cagliaritani: sono convinti che il mondo cominci e finisca a Brescia». Corini è bresciano dentro? «Certo: parla poco, lavora molto e non si lamenta». Cosa le ricorda il 31? «Non so,cosa?». Il numero di allenatori esonerati tra Cagliari, Leeds e Brescia. «Noi presidenti facciamo un lavoraccio e spesso sbagliamo, ma non ci divertiamo a mandare via la gente». Zamparini è a 51: inarrivabile. «Siamo diversi. Il suo Palermo è il grande favorito per la A».  Ha detto in agosto: torneremo a battere Verona e Atalanta. Mezzo obiettivo preso. «L’Atalanta resta un modello. Ho dovuto ricostruire il vivaio affidandolo a una persona di valore come Christian Botturi. So come cercare e costruire i giovani». A Brescia c’è un complesso di inferiorità rispetto a Bergamo? «No. Arriveremo al loro livello, il traguardo è salire in A al terzo anno, quindi nel 2020».