Calcio e politica: così il pd ha messo in fuorigioco Spadafora

Vincenzo Spadafora, Sottosegretario alla Presidenza Roma 13/06/2018. Palazzo Chigi. Giuramento dei nuovi Sottosegretari. Rome 13th of June. Palazzo Chigi. Swearing ceremony for 39 new undersecretaries Foto Samantha Zucchi Insidefoto

“Panorama” analizza la situazione relativa alla ripresa del calcio in Italia, spiegando come il Pd abbia messo in fuorigioco il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora. Nel dettaglio, si legge: “Non sorprende, dunque, che il destino della Serie A si stia consumando in un intreccio di interessi e posizioni che non riguarda solo la federazione e i club. Quanto accaduto nel fine settimana che porta alla ‘Fase 2’ non è altro che la conferma del livello dello scontro che si sta consumando intorno alla possibilità che il pallone torni a rotolare prima della fine dell’estate. Il passo indietro sottoscritto dal ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, autore di una lettera al Comitato tecnico scientifico per chiedere di rivalutare il ‘no’ agli allenamenti individuali per gli sport di squadra assomiglia a un passo indietro. Certo, il responsabile politico dello sport può sempre nascondersi dietro il paravento delle indicazioni dei tecnici, ma è impossibile dimenticare il piglio con cui in queste settimane si è contrapposto all’industria del calcio teorizzandone una sorta di decrescita felice, spesso spalleggiato dai compagni di partito e di governo. E invece è proprio dentro la maggioranza che regge l’Italia a Roma che si è consumato il ribaltone. Il segnale si era avuto la sera di mercoledi 29 aprile con quel «va precisata», riferito alla parte del Dpcm relativa ai calciatori, attribuito al ministro per gli Affari regionali Stefano Boccia (Partito Democratico). Le stesse ore in cui Spadafora continuava a predicare la necessità di un piano B per il calcio, ovvero l’accettazione dell’idea di non poter tornare in campo”.