Arriva il Palermo. Cellino: «È vero, ho un offerta per cedere la società. Contro i rosanero voglio vedere una squadra che giochi a calcio»

L’edizione odierna di Brescia Oggi si sofferma sulle parole di Cellino in merito alla questione societaria.

Stanco sì, in disarmo no. Deciso a voltare pagina, certo, ma anche a conservare in buono stato quelle del libro che sta scrivendo da abbondanti cinque anni ormai. Massimo Cellino è un presidente preoccupato e ferito, ma tutt’altro che domo: intende portare avanti la stagione nel migliore dei modi, contribuire attivamente alla fase di rilancio (necessaria dopo un periodo-no deprimente che si protrae da settimane) e nel contempo preparare la successione. Che anche dal suo punto di vista dovrà avvenire (perché è stanco, appunto, oltre che gravato da vicende giudiziarie che gli pesano sotto ogni aspetto), ma che dovrà garantire al Brescia e alla città che rappresenta il futuro che merita.

Presidente, il 26 dicembre si chiuderà l’anno solare con la squadra impegnata contro il Palermo: cosa chiede ai suoi giocatori? Alla squadra chiedo di giocare la partita. Di giocarla, non come nelle ultime uscite.

A Pisa è finito tutto prima di cominciare. Ecco, mi aspetto che contro il Palermo vada diversamente. Voglio vedere il Brescia giocare a calcio. Il suo stato d’animo? Ho vissuto periodi migliori. Ma sento sempre la responsabilità di quello che faccio: fino a quando sarò presidente del Brescia, farò di tutto perché le cose possano andare bene. Mi sento responsabile del club, di quello che significa per questa città. Una responsabilità che spero sentano anche altri. La partenza era stata ottima. Poi la squadra si è arenata. Bisogna risollevarsi, non si può andare avanti giocando come nelle ultime partite.
Gennaio è un mese importante per le sue vicende giudiziarie: cosa si aspetta? Sono fiducioso, so di aver agito con coscienza. Dovesse risolversi tutto in suo favore, non venderebbe più il Brescia? Quello che penso non cambia: la stanchezza c’è, questi mesi sono stati difficili. Se non posso trasmettere entusiasmo a chi lavora con me, preferisco farmi da parte.

Avanti un altro, qualcuno di serio che sia più in condizione di me di dare al Brescia quello che serve. Da un mese si sa che «le richieste di contatto devono pervenire a mezzo posta elettronica certificata agli indirizzi pierangelo.seri@odcecbrescia.it e bresciaholding@legalmail.it». Le prime manifestazioni d’interesse per l’acquisto del club ci sono state: più facile trovare punti di contatto con un interlocutore straniero? Sinceramente, io non credo che in Italia ci sia qualcuno davvero pronto a rilevare un club di A o di B, con tutto quello che comporta. Né da queste parti, né in generale nel Paese. C’è l’interessamento di un gruppo di livello internazionale? Sì, è vero. E il fatto che chi è interessato non sia italiano non rappresenta un problema per me. L’inglese lo parlo tranquillamente.