L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma attraverso un articolo di Carlo Brandaleone sulla sconfitta rimediata dal Palermo contro la Reggiana.

Tornano i fischi al Barbera. Il Palermo esce a capo chino dal campo, la vittoria interna che manca dal 17 febbraio resta ancora un tabù. La prima sconfitta di Mignani, la settima in casa di questa stagione, riporta indietro le lancette dell’orologio, a tempi che il popolo rosanero sperava di avere cancellato dopo i piccoli progressi delle ultime tre partite senza sconfitte, insomma dopo il cambio tecnico. E invece no, forse è stata solo un’illusione, forse come si insegna alle elementari cambiando l’ordine degli addendi la somma è sempre la stessa.

Così, a Palermo è passata anche la Reggiana, reduce da tre sconfitte di fila, che non ha rubato nulla con una gara grintosa e attenta, segnata da tre gol di grandissima fattura. Il gol di Brunori al 35’ che aveva illuso i ventiduemila spettatori, le reti di Pornanova su punizione al 7’ della ripresa e la gran battuta di Rozzio al 21’. Dunque, il Palermo è stato ancora una volta rimontato dopo essere passato in vantaggio, un motivo stonato che suona dall’inizio della stagione anche se va detto che ieri davvero poco si può rimproverare alla difesa rosanero.

La Reggiana ha segnato gol spettacolari senza l’aiuto degli avversari, non ha sfruttato facili contropiedi né svarioni, semmai due palle inattive. La prima una punizione sulla linea dei venticinque metri per fallo di Henderson, la seconda un corner da destra su cui Rozzio ha calciato al volo sotto l’incrocio dei pali. Il fatto che la difesa rosanero non abbia concesso vantaggi alla Reggiana non assolve una squadra che rispetto alle precedenti prestazioni ha fatto un passo indietro, per personalità e compattezza non riuscendo a trovare le giuste misure alla pressione degli emiliani. Mignani sapeva che la squadra di Nesta sarebbe partita forte, che era brava nel palleggio (un gioiellino il giovane Bianco) ma il Palermo ha subito sia nei primi venti minuti del primo tempo che nella prima fase del secondo tempo, quando era in vantaggio di un gol. Al 3’ gran parata di Pigliacelli su Rozzio, poi il gol su punizione e il sorpasso.

Due partenze a rilento, situazioni che s’erano già verificate durante la gestione Corini. Carenze tattiche ma anche mentali perché questa squadra ha ancora paura, è ancora legnosa ed è troppo legata alle giocate di Brunori, che ieri ha realizzato il suo sedicesimo gol stagionale con una prodezza da campione. Al 35’ sul lungo lancio di Lucioni, Brunori con le spalle alla porta ha «sentito» il portiere avversario, ha agganciato al volo scartando Satalino in uscita depositando la palla in rete