Brandaleone: “Che bello ripartire da un «piccolo» palermitano…”

L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” riporta il pensiero del giornalista Carlo Brandaleone sul momento del Palermo. Ecco quanto riportato: “A pensarci bene meglio di così il debutto del Palermo in Serie D non poteva andare. Tre punti contro una squadra ambiziosa e con un gol di un baby palermitano. Uno dei quattro under che per regolamento ogni squadra deve schierare per l’intera partita. Non è stato decisivo Ricciardo e neppure Santana; ha risolto Raimondo Lucera del Cep, il quartiere di Totò Schillaci e di Ciccio Di Mariano (nipote dello stesso Schillaci), insomma un quartiere ad alta densità di talento. In pochi tra i fans rosanero conoscevano Lucera, prima di domenica. Per molti era solo uno dei tanti giovani del vivaio rosanero, uno dei pochi che dopo la radiazione del vecchio club pur potendo accasarsi altrove (e sembra che ne avrebbe avuto la possibilità) ha scelto di restare rosanero. E non certo per denaro, il nuovo club si è imposto un rigoroso tetto ingaggi e un giovane di diciotto anni ha un modesto potere contrattuale. È stata una scelta di cuore e di prospett iva. La prestazione di Lucera ha un valore speciale in una stagione che ha già un triste primato. Il dato è oggettivo: per la prima volta dopo tanti anni nessun calciatore nato a Palermo gioca in Serie A. Ci sono club che lavorano bene con i giovani a Palermo, la stessa primavera rosanero ha prodotto negli anni giocatori di buon livello, ma sempre meno prodotti a «chilometro zero» hanno fatto il salto di qualità. Sono tanti i palermitani che vivono di calcio, i campionati dilettanti ne sono pieni e basta rileggere le formazioni della partita di Marsala. Sette palermitani nella squadra azzurra (Lo Iacono, Monteleone, Balistreri, Ficarrotta, Rizzo, Manfrè e La Vardera), tre nel Palermo (Crivello, Accardi e poi Lucera), però quanti di questi diventeranno protagonisti nelle categorie superiori? Palermo non è mai stata una fucina di campioni –il solo Schillaci ha raggiunto livelli da top player – però per tanti anni ha forgiato buoni calciatori di A e di B. Ricordiamo solo Vasari, Galeoto, Accardi, Calaiò, Rinaudo, Corona, Giacomo e Giovanni Tedesco, Taibi, Parisi, Assennato, Campofranco, Di Somma, Crivello che adesso è rientrato, qualcuno s’è perso per strada ma insomma c’erano. Ecco perché scoprire in un pomeriggio afoso e su un campo impossibile la qualità di Lucera ha avuto un valore speciale. Niente slogan né scelte ideologiche: non è tempo per il Palermo dei palermitani (come fu quello del 1995) perché l’unica cosa che conta è vincere il campionato. Però considerato che il mantra del nuovo club è «orgoglio rosanero», una prestazione come quella di Lucera fa coraggio ed avvicina ulteriormente una tifoseria che ha bisogno di piccoli e grandi eroi per superare lo choc della Serie D. Che ha bisogno soprattutto di sentire «propria» la squadra rosanero dopo anni in cui è passato di tutto, e il solo La Gumina, tra i palermitani, è riuscito con gran fatica a trovare spazio. Ma c’è di più. Con quel gol da navigato attaccante nel finale Lucera ha spiegato che la presenza degli under non è proprio di contorno. Basta pensare che i migliori in campo a Marsala sono stati il portiere di casa Russo e appunto l’esterno rosanero, entrambi diciottenni. E per quel poco che s’è visto il club rosa dovrebbe avere pescato bene al mercato dei giovani, perché Lucera, Felici e Rizzo Pinna, per citare solo quelli che si sono messi più in luce in queste prime battute, possono essere le armi in più di questo Palermo”.