Bonfiglio: «Io calciatore grazie a mio padre, il mio primo allenatore è stato…»

In una lunga intervista rilasciata a “Mondoprimavera.com” il giovane rosanero Francesco Bonfiglio si racconta a 360°: «È merito di mio padre se sono diventato calciatore. Ho cominciato all’età di 4/5 anni nella società di calcio del mio paese, Jetas. Mio padre aveva visto che ero molto interessato ai bambini che giocavano a quello strano gioco, mi chiese se mi sarebbe piaciuto provarci e io risposi di si. Il giorno dopo mi ci iscrisse. Ma dopo 2 allenamenti mio padre pensava che non facesse per me, dato che non correvo e non passavo la palla agli altri bambini. Stava quasi per togliermi dalla scuola calcio perché pensava fosse solo una perdita di tempo, ma Francesco Terzo, il mio primo allenatore ha fatto la differenza. Francesco è stato come un secondo padre e tutt’ora quando ci vediamo parliamo molto. Lui è stato il primo a credere in me, nonostante sembrava che fosse soltanto una perdita di tempo. Come ho detto, mio padre mi racconta che non correvo, non davo nemmeno un calcio al pallone. Eppure Francesco ci ha sempre creduto, ha insistito e convinto lamia famiglia nel farmi continuare perché credeva nel mio potenziale. Posso solo ringraziarlo, non sarei dove sono se non fosse stato per lui. Gli devo tantissimo, spero che sia orgoglioso di me. Miei genitori?  Sarò sempre eternamente grato a loro, per me la famiglia è una cosa molto importante. Se mio padre era quello che mi ha supportato economicamente, mia mamma è stata altrettanto importante investendo su di me gran parte del suo tempo. Dati gli impegni di lavoro di mio padre, spesso era lei ad accompagnarmi al campo di allenamento; almeno fino a quando non ho preso la patente».