Bellinazzo: «Caso plusvalenze? La Figc e Procura Federale avranno difficoltà ad intervenire, c’è l’esempio Chievo-Cesena…»

Marco Bellinazzo, giornalista de Il Sole 24 Ore esperto di Finanza, è intervenuto durante il “TMW News” per commentare la questione relativa agli scambi e alle plusvalenze sospette riguardanti 62 operazioni di mercato sulle quali indaga la covisoc.

Ecco qualche estratto della lunga intervista:

«Di fatto esiste un abuso del player trading, della vendita e della cessione di calciatori. Rappresenta una leva del bilancio, laddove se hai un giocatore formato nel vivaio o un giocatore comprato da tempo e che si è rivalutato. Nel momento in cui viene effettuata la cessione è la differenza fra quanto incassi e quello che è il costo del calciatore iscritto a bilancio (zero in caso di formazione nel vivaio, il prezzo di acquisto tolti gli anni per cui è stato ammortato in caso di arrivo nel mercato), quei soldi in più vanno subito sul conto economico alla voce ricavi. Questo permette di avere un beneficio immediato, fa parte di una dinamica fisiologica del calciomercato. Col tempo, ma non è una novità visto che il calcio italiano di plusvalenze fittizie ne ha abusato da almeno 30 anni con varie fasi, si viene però a determinare un altro utilizzo del player trading: quello in cui si ha uno scambio di calciatori fra due società senza che ci sia passaggio reale di denaro. Sostanzialmente si va ad iscrivere a bilancio il prezzo di quel calciatore. Un esempio: io cedo un giocatore ad una squadra a 50 milioni, ipotizzando che questo non abbia più un costo essendo stato ammortizzato. Qual è il guadagno? Ciascuna delle società può subito iscrivere a bilancio nella voce ricavi un +50, questo permette di evitare i rossi e le ricapitalizzazioni da parte dei presidenti. Questa dinamica determina però un effetto perverso: da un lato non c’è scambio economico, i 50 milioni non sono usciti dalle casse societarie, non si è mosso nulla. Ma quei 50 milioni vanno a pesare sui bilanci delle due società. Il vantaggio qual è? Mentre la plusvalenza la iscrivi subito a bilancio col segno +, il costo di quella operazione lo puoi spalamare sugli anni in base al contratto che fai firmare al calciatore. Ipotizzando 5 anni di contratto, il costo sarà di 10 milioni ogni anno. Quindi il segno + sul primo anno è 40. A quel punto però il problema diventano gli altri 40 milioni di costi che dovranno essere compensati e che peseranno sugli anni successivi. Le plusvalenze fittizie creano ammortamenti, quindi costi negli anni successivi. Sono una sorta di cambiale che negli anni successivi le società dovranno pagare. Il problema è che talvolta le società non sono state più in grado di pagarle: quando crescono le plusvalenze, crescono anche gli ammortamenti e ad un certo punto c’è il rischio di non essere più in grado di far fronte a questi costi».

«Indagine e rischi? L’ultimo caso eclatante è stato quello degli scambi tra Chievo e Cesena. Lì è stata persa una grandissima occasione dal calcio italiano, non si è voluto andare fino in fondo. Per le stesse operazioni, e lì’ era semplice capirlo guardando i bilanci e notando la scientificità degli scambi, il Cesena fu penalizzato di 15 punti ma era già fallito e quindi fu una sanzione “a babbo morto”. Il Chievo invece ottenne uno sconto di pena prendendo solo 3 punti di penalizzazione. Quel caso doveva far capire che il Chievo non navigava in buone acque, tant’è che il Chievo oggi è sparito dalle dinamiche del calcio professionistico. Questo mi porta a dire che ho seri dubbi che FIGC o Procura federale possano agire con particolare severità dati i precedenti. Difficoltà?  Non esiste alcun criterio contabile, scientifico, che permetta di stabilire a priori qual è il prezzo giusto di cessione di un calciatore. Non parliamo di macchine, anche se dal punto di vista contabile restano beni strumentali. Nel caso dei calciatori però non c’è un listino prezzi, non c’è una borsa. Qualsiasi tipo di valutazione è soggettiva e discrezionale ed è complicatissimo per soggetti terzi andare a sindacare sulla giustezza del prezzo. Questa è la grande difficoltà nell’eventuale indagine».