Bari, Bellinazzo: «Futuro per nulla scontato. Multiproprietà? Elemento importante nel calcio, vedete il City Group…»

Il giornalista de “IlSole24Ore” Marco Bellinazzo, esperto di economia, è stato intervistato da “TuttoBari.com” parlando dei galletti.

Ecco le sue parole:

«Le multiproprietà ormai rappresentano nell’industria del calcio un elemento importante e che si stanno realizzando in Europa, soprattutto tra campionati di non primissima fascia. Penso al Football City Group o alla Red Bull Group. Non ho un’idea pregiudizialmente negativa. Si tratta di modelli che possono vivere qualora non si creino conflitti nell’ambito sportivo. Ed è il caso delle multiproprietà nazionali, laddove anche potenzialmente due club della stessa proprietà potrebbero disputare lo stesso torneo. Ricavi in B? In Italia fino alla Serie A le società sono strutturalmente in perdita, laddove ambiscano al salto di categoria. Non esistono ricavi se non legati alle sponsorizzazioni o botteghini. Se la media di ricavi in Lega Pro è di 1-1.5 milioni, in B si sale fino a 4-5 milioni di media, contro costi che sono più del doppio. Il sistema evidentemente non regge. Per il Bari tutto dipende dal seguito. Una buona annata col Bari al vertice e lo stadio sempre pieno potrebbe portare un incasso tra i 15-20 milioni considerando tutte le voci. Ci sarebbe un minimo di equilibrio rispetto ad una rosa con costi più alti rispetto a quelli attuali. Bari comunque fa un po’ eccezione rispetto alla media della categoria. La cessione è sicuramente molto complicata dal fatto che ci siano scadenze prefissate. Inevitabilmente il venditore è reso parte debole della contrattazione. Il compratore più passa il tempo, più si avvicina la scadenza e più assume potere contrattuale. C’è, dunque, una penalizzazione. Vediamo l’esito di questo ricordo per capire meglio le tempistiche. Nel caso del Bari la situazione migliore che si possa augurare è che il fatto che si sia risvegliato interesse intorno alla squadra e alla città, e il riconoscimento di tali potenzialità, possa portare al tavolo più potenziali compratori. A quel punto con un’asta si riequilibrerebbe la forza contrattuale del venditore. Altrimenti chi vende è danneggiato, come è stato per la Salernitana. Quanto varrebbe il Bari in Serie A? In Serie A c’è un assegno garantito di almeno 30-40 milioni dai media e si può ragionare quindi sulla sostenibilità. Gran parte del prezzo lo farà il brand, perché Bari come Napoli è privo di strutture di proprietà come stadio o centro sportivo. Il bacino d’utenza è importante, ma è difficile applicare i parametri ormai in uso per le valutazione di un’azienda. Nel caso dell’Atalanta, ad esempio, la valutazione tra i 500 e i 600 milioni corrisponde al fatto che i nerazzurri abbiano uno stadio di proprietà, il centro sportivo, una squadra in piazzamento Champions. L’affare, dunque, è stato molto rilevante. Il Bari non sarebbe molto indietro all’Atalanta come brand e bacino d’utenza, ma l’assenza di questi asset riduce di molto il valore. Guardando allora i potenziali flussi di ricavi, il Bari in A può valere tra i 60-70 milioni di fatturato annuale. Applicando i parametri come quelli che vanno a guardare il triplo del fatturato, si potrebbe pensare ad una valutazione per la cessione superiore ai 100 milioni. Ma la spada di Damocle della scadenza svaluta l’affare, anche riducendo il prezzo del 50%».