Baratro Catania. Ecco le Pec che suonano come un ultimatum: «Senza nuovi fondi libri in tribunali»

L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sulla situazione delicata in casa Catania con un ultimatum lanciato dall’avvocato Ferraú.

Ecco le Pec che suonano come un ultimatum: o il Catania ricapitalizza sborsando denaro liquido entro lunedì o c’è il serio rischio che vengano portati i libri contabili in Tribunale. Il monito porta la firma del presidente della Sigi, avvocato Giovanni Ferraù, che ha spedito a tutti i soci della cordata il messaggio con la scadenza.

Corsa contro il tempo. Non c’è (quasi) più tempo per riunioni, riflessioni e litigi. L’11 scade il termine della messa in mora firmata dai giocatori rossazzurri e dopo quella data chiunque tra i tesserati potrebbe chiedere il regime di svincolo al collegio arbitrale. Ecco che, ieri, al termine di una giornata convulsa, lo stesso Ferraù ha adottato la decisione limite. Risposte? Qualcuna. Il socio di maggioranza Nicolosi, altri soci come Palma, Le Mura, Baudo – oltre allo stesso Ferraù – hanno messo a disposizione delle somme. Gli altri? Poco o zero assoluto. Il socio Santagati si sta prodigando per avere da alcuni sponsor la quota delle rateizzazioni e dunque fare fronte alle esigenze impellenti.

Tra rabbia e spiragli In città il malcontento per questo stato di cose, cristallizzato da giorni, è palese. C’è chi considera ormai chiusa la stagione, c’è chi coltiva una flebile speranza visto che sono in atto due interlocuzioni serie che potrebbero portare a una soluzione (e ieri sera una stava maturando in senso propositivo). C’è anche la trattativa per affittare il polifunzionale di Torre del Grifo, lo splendido village etneo, a privati per una cifra considerevole (si ipotizza la somma di 700 mila euro) con una prima parte che verrebbe versata nel giro di qualche giorno. In ogni caso, si attendono ufficialità che fino a ieri sera non erano arrivate. E il silenzio della cordata preoccupa e irrita. Lunedì sarà presumibilmente il giorno della resa dei conti, anche in vista dell’udienza in Tribunale per esaminare il ricorso conservativo della società che aveva gestito in precedenza il Village. In questo caso balla una cifra considerevole, all’incirca tre milioni di euro.