Baldini: «Ho detto a Brunori che sarebbe stato chiamato da Mancini. Ecco perchè uso linguaggio volgare»

L’edizione odierna de “La Repubblica2 riporta un’intervista all’ex rosanero Silvio Baldini il quale si è soffermato su vari temi.

Ecco qualche estratto:

Il Palermo è in fase di crescita e il Perugia ha preso un passo diverso. «Complimenti a Castagnini che ha saputo aiutare Castori senza pregiudizi e alla fine la classifica dimostra che sono in pieno recupero».

Brunori è da A? «Quando sono arrivato, gli ho detto che avrebbe segnato trenta gol, e mi sono sbagliato di uno, giocato in A e sarebbe stato chiamato da Mancini. Matteo è un attaccante di grande livello e lui sa, come impegno, che la maglia azzurra deve portarla a me».

A 64 anni che vita vuol fare? «Quella che più apprezzo. A 50 ho capito che da lì in poi il calendario si sarebbe accorciato, dunque cerco le cose che mi danno belle emozioni»

Non si limita a sentire le voci dentro e, anzi, obbedisce ciecamente: gli altri possono capire? «La maggior parte mi prende in giro e cerca di deridermi e allora tiro fuori l’arma dell’ignoranza e uso un linguaggio volgare. Mia moglie ci rimane: “Dai un’immagine di te che non è vera”. La mia cultura sarà anche limitata, conosco bene l’osteria e la strada ma non sono scemo. Chi vuole confrontarsi con il sottoscritto, e con sincerità, non può indossare il vestito della superiorità e dell’arroganza».

Una filosofia imparata da…? «Mio padre. Era orfano. A 5 anni l’hanno affidato ad un cieco, in giro chiedevamo l’elemosina. Quando è finita la guerra, è andato in collegio dai preti, poi ha frequentato a Grosseto una tipografia e l’hanno mandato militare a Palermo, vedi che coincidenza! Infine è andato avanti con il mestiere di cavatore. Quindi mio padre era consapevole di cosa significasse sopravvivere e lavorare. Da lui ho imparato che il sentimento più elevato sarebbe stato di avere una mamma che lo abbracciasse. Era raggiante quando mi sono diplomato all’Isef, insegnavo a scuola e facevo l’allenatore. Orgoglioso che suo figlio aveva studiato e trovato lavoro».