Baccaglini pensa al ‘piano B’, ma c’è mai stato un ‘piano A’?

La sconfitta del Palermo ormai non fa più notizia, ma quella di ieri contro il Cagliari per certi versi sì. Quella andata in scena sul campo del “Renzo Barbera” era infatti la “partita della vita”, una sfida da vincere a tutti i costi, nella quale anche il tifoso più pessimista aveva deciso di riporre quel che restava delle proprie speranze in ottica salvezza. Una gara che i rosanero avrebbero dovuto affrontare con il coltello tra i denti, scendendo in campo come veri uomini, senza pensare al bel gioco o ai colpi di tacco: l’importante era mettere in tasca i tre punti. In qualsiasi modo.

Ma così non è stato e chi ha visto Palermo-Cagliari ha assistito all’ennesimo harakiri, marchio di fabbrica dei rosanero. Un inspiegabile suicidio collettivo, che ha fatto da eco alle disfatte delle giornate precedenti. Una conferma che questo Palermo non merita la serie A. Ciò che fa rabbia è che la matematica ancora non condanna i siciliani. Matematica che normalmente dovrebbe essere “fattore amico”, come nella scorsa stagione, e che invece stavolta non lo è. Anzi, non fa altro che prolungare l’agonia di una piazza che ormai è satura.

È tempo quindi di cominciare a progettare la prossima stagione in serie B. Compito arduo che spetta al presidente Paul Baccaglini. Dopo il closing, atteso entro la fine di aprile, il nuovo numero uno del club di viale del Fante diventerà anche proprietario del Palermo e toccherà quindi a lui mettere mano al portafogli per rifondare una squadra che ad oggi farebbe fatica anche in cadetteria. Un grande banco di prova per il neopresidente, le cui risorse economiche sono state a più riprese messe in dubbio. Il momento del famoso “piano B”, quello che nessuno si augurava fosse necessario attuare, è arrivato ed è di fondamentale importanza. Soprattutto perché il “piano A” della vecchia dirigenza targata Zamparini è miseramente fallito ed i segnali si intravedevano già ad inizio campionato.

Ecco perché oggi, dopo 30 giornate di campionato (probabilmente un po’ in ritardo), sorge spontanea una domanda: è mai esistito il “piano A”? Alla luce di tutto ciò che è successo in questa stagione, sembrerebbe di no. Via in estate tutti gli uomini salvezza della scorsa stagione, in arrivo uno spento Diamanti, un difensore esperto ma perennemente infortunato (Rajkovic, ve lo ricordate?), B. Henrique ed i soliti ragazzini tutti da scoprire. Via in inverno Quaison e Hiljemark, in arrivo il nulla. L’unica scommessa vinta è Nestorovski, decisamente poco per una squadra che avrebbe dovuto lottare per mantenere la categoria. Decisamente un piano inadatto per la serie A.