Baccaglini ora è tra due fuochi. Il presidente dovrà indicare domani…

“La cosa più logica da fare in una situazione come quella del Palermo (10 punti di ritardo a 6 giornate dalla fine, squadra palesemente inadeguata, rottura totale con l’ambiente) sarebbe programmare per tempo e con il raziocinio mancato in questi anni, la riscossa nella prossima stagione di serie B. Ma al momento il Palermo non può fare neanche questo. Perché la situazione societaria è ancora così contorta da non permettere di azzerare tutto e capire come ricominciare e da dove. La speranza dei tifosi non è più quella di vincere qualche partita (il Palermo non conquista 3 punti dal 5 febbraio scorso col Crotone e nell’intero campionato ha ottenuto appena 3 successi) ma di sapere con certezza quale sarà il futuro e su quali basi si poggerà. La società di scopo. Un primo appuntamento decisivo è in programma per domani: Baccaglini, nominato presidente di un Palermo che sostanzialmente è ancora in mano a Zamparini, dovrà indicare il soggetto giuridico che acquisterà le quote del club. E’ un obbligo contrattuale già sancito fra le parti e non è previsto un rinvio. Ma si tratterà alla fine di un passaggio solo formale: il nome della società sarà effettivamente comunicato ma non dirà nulla di più di quanto sappiamo oggi. Si tratta infatti di una svp, una società di scopo, creata appositamente per questa occasione e per realizzare una cessione di attività, compresi debiti e passività. Non risulteranno rilevanti né il capitale sociale che verrà indicato e neppure il nome del responsabile che sarà sempre Paul Baccaglini. Tale società sarà il mezzo per arrivare spediti alla data del 30 aprile quando l’ex Iena e il suo fondo si sono impegnati a rilevare il 100% delle azioni rosanero. Ma quanto e se pagheranno qualcosa al cedente, ovvero a Zamparini, non è stato ancora chiarito.da cosa ripartire. Questo meccanismo che consta di diversi passaggi non consente a nessuno di agire ancora con mano libera. Baccaglini non è il proprietario del Palermo, dunque può al massimo impostare dei progetti che potranno trovare applicazione solo dopo il 30 aprile e con la garanzia di soldi veri, necessari per ricapitalizzare una realtà calcistica in crisi di liquidità. Zamparini in nessun modo può pensare di restare padrone o anche solo suggeritore di quanto accade nel club. Il suo rapporto con la città è da considerarsi rotto in maniera totale e definitiva, né le istituzioni e men che mai i tifosi potrebbero accettare una soluzione diversa dopo i danni causati essenzialmente dalla sua scellerata gestione degli ultimi 2 anni. Perché di fatto è stato Zamparini a costruire anche la parte tecnica di questa squadra impresentabile in serie A, senza che nessuno dei consiglieri a qualsiasi livello (ds e allenatori cambiati come fazzoletti) riuscisse a frenarlo o a farlo ragionare. Baccaglini dunque è fra due fuochi, deve collaborare con Zamparini perché l’operazione Palermo rientra nel quadro più ampio di una ristrutturazione di tutto il gruppo che fa capo all’imprenditore friulano, ma allo stesso tempo deve trovare i mezzi per diventare autonomo nella gestione del club rosa e creare rapidamente un proprio management cui affidare un programma sportivo necessario per ripartire anche in serie B. Dell’organico attuale sarà difficile salvare qualcosa, in pratica il nuovo Palermo dovrà essere formato quasi da zero. Per questo occorrerebbe agire per tempo e con idee chiare. Intanto la società rosa a firma proprio del presidente Baccaglini, ha espresso sul sito ufficiale il cordoglio per la scomparsa di Spartaco Landini che da giocatore militò per 3 stagioni nel Palermo, dal 1970 al ’73, partecipando ad una promozione e all’ultimo campionato di A della squadra prima dell’era Zamparini.”. Questo quanto si legge su “Il Corriere dello Sport”.