Ascoli, il patron Pulcinelli rilancia le ambizioni e attacca l’ex ds Lupo: «Lavora con lauti stipendi e va via sempre»

L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” ha riportato un’intervista al presidente dell’Ascoli Massimo Pulcinelli il quale si è espresso sul futuro e sull’ex ds Lupo.

Ecco qualche estratto:

Pulcinelli si è già stancato del suo Ascoli o immagina un futuro di successi attraverso una proprietà condivisa?

«No, si tratta di unire attraverso l’azionariato soci con i miei stessi interessi. Ora c’è una condivisione, in futuro deciderò se avere un ruolo di minoranza. Per il momento ho il 39%. Vedremo se tornare al 19. Comunque nessun disimpegno. A livello finanziario è un’opportunità. In tanti avrebbero voluto il club intero, ma non mi hanno convinto».

Dunque, questi riassetti societari non sono propedeutici a un suo addio?

«Assolutamente no. Questa è una squadra figlia mia oltre che dei vari direttori sportivi che ci hanno lavorato».

Cosa cambierebbe nel nostro calcio se ne avesse il potere?

«Non so ben rispondere. Anzi sì. L’emblema di ciò che non funziona è Donnarumma tolto al Milan e al calcio italiano solo per una questione di parcelle al procuratore. Questo aspetto andrebbe regolamentato severamente. Si parla tanto di riforme. Abbiamo fatto solo delle frittatine finora. Mi sembra che sia giunto il momento d’intervenire nell’interesse di tutti».

Cosa pensa dell’ipotesi di modifica dei campionati formulata dal presidente della Figc Gabriele Gravina e appoggiata anche da Balata e Lega B ?

«Il tema è sempre quello delle risorse e della sostenibilità. Un riassetto dei campionati è indispensabile. Se in tanti falliscono una ragione c’è. Non si può sempre andare avanti soffrendo. Si può fare calcio anche in modo assennato. Poi il merito sportivo deve creare valore. Se hai dei professionisti in grado di fare dei progetti seri – e non per gli amici degli amici – puoi farcela. Il modello Cittadella lo dimostra. Anche il sistema delle retrocessioni andrebbe rivisto e adeguato».

Che voto darebbe all’Ascoli dopo questa prima parte di stagione?

«Un bel sette è meritato. Sono soddisfatto di quanto fatto. Anche se i presidenti vorrebbero solo e sempre vincere a cominciare da me. Ma l’Ascoli mi ha divertito e ci mancano almeno un paio di punti in classifica».

Il distacco dal direttore sportivo Lupo si è consumato tra qualche polemica. Uscendo di scena ha parlato di “corte dei miracoli” e di consiglieri e lei ha replicato a modo suo: con ironia. Ma chiudendo le porte del Del Duca a qualcuno. Sempre colpa dei giornalisti?

«Bisogna non essere faziosi e avere la professionalità di verificare le notizie che si pubblicano. Lupo è stato in tanti club dove ha lavorato pochi mesi con lauti stipendi, non è la prima volta che lascia e va via. Nell’ultimo mese era evidente che il rapporto tra di noi fosse finito. Ho solo avuto la pazienza di attendere che il tempo facesse il suo corso per non buttare altri soldi a vuoto. Il settore giovanile lontano da Ascoli? Evidentemente dava fastidio perché aveva un’altra gestione. Ma se l’Ascoli ha un socio americano e presto avrà una scuola calcio a New York, cosa c’è di male se ci si organizza per trarre benefici da un immenso bacino di giovani come quello di Roma alla ricerca di potenziali talenti? Un’opportunità per ampliare il nostro orizzonte d’investimento, non per limitarlo».