Arresto Ferrero, intercettata la figlia: “Hanno magnato tutti! Io non ho neanche i soldi per la spesa”

Sono centinaia le pagine dell’ordinanza sul caso di Massimo Ferrero, che raccontano delle quattro bancarotte fraudolente su altrettante società su cui sta indagando la procura di Paola, nel Cosentino. Il presidente dimissionario della Sampdoria è finito in carcere ieri mattina, 6 dicembre, a San Vittore a Milano. I crac riportati nell’ordinanza di arresto riguardano la Ellemme Group, la Blu Cinematografica, la Blu Line e la Maestrale srl.

Il gip segnala «un concreto e gravissimo pericolo di commissione di delitti analoghi a quelli per cui si procede». «Appare elevato il pericolo che, ove liberi di circolare sul territorio, gli indagati possano operare illecitamente in maniera sia diretta che mediata, anche attraverso contatti e comunicazioni reciproche e/o con terzi». Il gip parla anche di un «contesto soggettivo ed oggettivo allargato, caratterizzato, da una notevole predisposizione di mezzi da un considerevole impegno in termini di attività gestoria e da una enorme numero di operazioni amministrative e contabile». E di «forti interessi personali sottesi alle condotte in esame, l’elevato grado di coinvolgimento nel contesto soggettivo e oggettivo di riferimento, il numero e la gravità delle condotte loro ascritte per come indicate nella provvisoria imputazione e l’inserimento delle stesse in un contesto soggettivo e oggettivo allargato, fanno ritenere che l’applicazione di una misura non custodiale sia inidonea allo scopo».

Le attività di indagine svolte dalla Guardia di Finanza descrivono, a detta dell’ordinanza, Ferrero come il «deus ex machina» dei reati contestati: «Svolgendo l’attività propria e tipica di amministratore di fatto di tutte le società del gruppo, ha gestito illecitamente il patrimonio e le vicende societarie di tutte le società a lui riconducibili, solo formalmente amministrate da propri familiari e/o da soggetti di fiducia, con un unico disegno criminale finalizzato allo svuotamento, deliberatamente programmato, degli asset, con conseguente successivo fallimento delle società», si legge.

La figlia: «Io non ho neanche i soldi per la spesa»
«Io non ho fatto una cosa delle 16 denunce penali che ho! Non ci sta con la testa, sta fuori di testa. Io mi voglio levare da questo ginepraio», dice a un certo punto Vanessa parlando del padre come si legge nell’ordinanza. «Invece di dire ‘amore scusa che ti ho messo in questa situazione di merda, a pagà la galera, quando i problemi sono miei non tuoi, perdonami figlia diletta’, così dovrebbe comportarsi. Io non c’ho manco i soldi per la spesa».

In una telefonata la figlia Vanessa parla con un ex dipendente della Eleven Finance s.r.l., Dario Lemma. Quest’ultimo afferma di conoscere bene «i doppi giochi di Massimo Ferrero pur essendo anche una persona con un cuore a differenza degli “sciacalli” che lo circondano». La figlia conferma ma poi rivendica: «Io mi potevo legà tutti al ca**o … che non c ‘ho! Ma mi potevo legà tutti là! Perché praticamente stanno tutti alle dipendenze mie … non l’ho fatto perché sono troppo rispettosa e poi perché non mi è convenuto! … omissis … Te sto a chiede tutto quello che mi devi dà che non mi hai dato … cioè! E mo devi dà adesso che mi serve! Lui un pò l’ha capito … però non se credesse che co sti contentini che m’ha dato … cioè pagamme la macchina … famme arrivà n’altra .. . e i milleuro! Che m’ha sistemato? . ., omissis … Cioè troppo deve fa … poi adesso ho scoperto che ha chiuso un mutuo che per carità gli serviva se no perdeva pure lui … e sicuramente me chiude la situazione mia de casa che io me sto a move da sola .. . co i cazzi miei… con l’avvocato! …». E ancora: «Per tutto quello che hai fatto… e tutto quello che hai dato … indipendentemente … perché io sono dipendente ma mica c’ho denunce penali o c’ho a fedina sporca! lu gli hai dato la tua vita ohi … cioè io però da quando te sento … che so tre anni».