Acireale, Pagana: «Serie D considerata ultima ruota del carro. Giuste le verifiche finanziarie per i club, quelli non in regola…»

Intervenuto ai microfoni di “Tuttoseried”, ecco qui di seguito l’intervista dell’allenatore dell’Acireale Calcio, Giuseppe Pagana.

Appare purtroppo scontato che, a seguito della pandemia in atto che ha flagellato il Paese e l’intera economia nazionale, anche il Calcio, specie quello dilettantistico, andrà incontro ad una grave crisi economica. Nelle ultime settimane si è riscontrato una paura diffusa nel 90% degli addetti ai lavori appartenenti al vasto mondo dei Dilettanti, la paura di non percepire lo stipendio chissà fino a quando. A questo, si aggiunga l’ulteriore timore rispetto alla possibilità che molte Società scompaiano del tutto a causa dell’abbandono di molti Presidenti, che dovranno salvaguardare prima di tutto i propri interessi lavorativi e le rispettive aziende. E’ una preoccupazione legittima a suo avviso? Esiste questo rischio concreto oppure no?

«Sa qual è la cosa che mi fa più male? Sentir parlare di “calciatori” generalizzando il concetto, senza distinguere chi fa questo mestiere da professionista ed è tutelato in tutto e per tutto, da chi invece, tra i Dilettanti, forse guadagna il necessario per pagare le bollette e sopravvivere mensilmente con la propria famiglia. In Serie D facciamo la vita dei professionisti eppure siamo considerati l’ultima ruota del carro. Bisogna parlare! Dire le cose per quelle che sono realmente! La gente comune non si rende conto che i problemi veri siano quelli dei Dilettanti, non quelli dei Professionisti o dei calciatori di Serie A! Ciò che è peggio è che non ci sia il coraggio di parlare! Siamo dei numeri, utili solo nel momento in cui ci siano delle tornate elettorali in cui il nostro voto possa contare qualcosa, poi per il resto siamo abbandonati del tutto al nostro destino. Tutto questo non è più tollerabile. Come si può guardare al futuro con ottimismo se in questo momento nessuno parla di tutele nei nostri confronti? Come si fa se nessuno si sta preoccupando del futuro di questa categoria, indicandoci se, come e quando potremo ripartire? E’ da almeno un mese e mezzo che sappiamo che non ci sono le condizioni per completare questa stagione: cosa stiamo aspettando a decidere? Chi deve venirci a dire come ci si debba comportare? Io sono veramente avvilito di fronte ad uno scenario simile e penso che di Calcio si debba occupare solo chi abbia competenza e conosca determinate dinamiche del nostro Sport. Credo, inoltre, che sia arrivato il momento di chiudere i conti con questa stagione e occuparci di programmare sin da ora il futuro. A mio avviso, la prima cosa da fare è attuare un controllo serrato di tutte le varie Società. La Lega dovrebbe verificare quali siano le realtà inadempienti e consentire l’iscrizione ad inizio anno solo a quei Club che abbiano i requisiti per fare Calcio sino in fondo. Non ha senso consentire l’iscrizione di qualsiasi Società, anche quelle che riconoscono giusto un paio di rimborsi su dieci ai propri tesserati e poi si disimpegnano del tutto. La Lega ha il dovere di tutelarci almeno sotto questo aspetto. Quando si vuole fare una cosa il modo per farla lo si trova sempre. Ecco perché auspico che vengano effettuate delle verifiche finanziarie bimestrali su ogni Club e se quelli non in regola con il pagamento degli stipendi non adempiono ai propri impegni nel giro di poco tempo, sarebbe giusto estromettere quella determinata squadra dal campionato. Smettiamo di andare avanti per inerzia facendoci andar bene qualunque cosa! E’ tempo di svoltare e di pensare alle cose serie e concrete piuttosto che fare politica inutilmente. In questa fase così delicata credo sia fondamentale l’intervento del Governo. Ci vuole coraggio, responsabilità e voglia di cambiare le cose. Lo Stato non può non tener conto dell’indotto che si fonda e si finanzia attraverso il Calcio. Ci sono milioni di persone coinvolte. Non parliamo solo di calciatori, di allenatori o dirigenti, parliamo soprattutto di figure invisibili che lavorano dietro le Società di Calcio e guadagnano meno di mille Euro al mese. Senza dimenticare quelle persone che sopravvivono grazie al nostro sistema, dagli alberghi, al settore dei trasporti, la ristorazione, i produttori e distributori di materiale sportivo e decine di altre categorie che oggi sono totalmente paralizzate, esattamente come questo Sport. Il Governo sa bene come il Calcio sposti interessi di miliardi ed è necessario intervenire a sostegno di quello che forse è il settore più redditizio dell’intera nazione».

Riguardo alla stagione calcistica, continuano a susseguirsi pareri molto discordanti tra loro. Alcuni addetti ai lavori sono fermamente convinti che quest’annata sia definitivamente conclusa, altri sperano si possa in qualche modo portare a termine ed altri ancora, che pensano che completarla regolarmente sul campo sia l’unica strada percorribile. Qual’è il suo pensiero a riguardo? Lei crede che sia ancora plausibile attendere di ritornare in campo? O pensa che non ci siano più i presupposti tecnici, logistici, fisici ed atletici per una ripresa?

«Per quanto mi riguarda la stagione si è completamente chiusa già da circa un mese e mezzo. Io penso che bisogna essere realisti, prendere coscienza di cosa sia realmente accaduto nel mondo e capire che tra i Dilettanti non ci sia nessuna possibilità di garantire una ripresa in sicurezza per tutti gli addetti ai lavori. Tra i tanti, l’ostacolo principale è rappresentato dall’impossibilità di attenersi a determinati protocolli, sia a livello logistico sia economico. D’altronde, stanno facendo enorme fatica Serie A e B ad ipotizzare una ripartenza, figuriamoci dalla Serie C in giù se possa essere possibile tornare in campo a breve-medio termine. Come ho detto prima, credo sia necessario mettere la parola fine e preoccuparsi di programmare un futuro ancora incerto e ricco di troppe insidie da affrontare in ogni categoria calcistica».