Accardi: «Vi dico la differenza tra serie D e professionisti. Amo le stigghiola, ma purtroppo…»

Durante un’intervista doppia pubblicata sulla pagina Facebook del Palermo, il difensore dei rosanero Andrea Accardi ha raccontato qualcosa di se stesso. Ecco le sue dichiarazioni: «Che giocatore sono? Preferisco che lo dicano gli altri, non lo dico io. La serie D me la aspettavo difficile e affascinante. Cosa cambia rispetto ai campionati professionistici? Qua c’è un po’ meno organizzazione e più cattiveria. Il mio soprannome? Non ho nessun soprannome. Abbiamo un bellissimo gruppo e siamo tutti legati l’uno con l’altro. Più forte della squadra? Penso che il singolo da solo valga poco quindi dico che sono nella squadra più forte sicuramente di tutti i gironi. Chi dà più carica nello spogliatoio? Non saprei rispondere, in tanti lo fanno. Palermitani molto vanitosi? Diciamo che è vero, tra questi ci sono anche io. Crivello? E’ una grandissima persona e un grandissimo giocatore. Cosa avrei fatto se non giocavo a calcio? Vengo da un quartiere molto difficile di cui ne sono orgoglioso ma ho sempre voluto fare il calciatore quindi è stato sempre quello che ho desiderato. Tempo libero? Lo passo a casa in famiglia che è il bene più prezioso, con la fidanzata e cerco di rilassarmi. Passione senza cui non potrei vivere a parte il calcio? Vivo solo per quello. Piatto preferito? Le stigghiola ma non posso mangiarne mai, quelle poche volte che le mangio è una goduria. Sono del villaggio Santa Rosalia, con la città ho un rapporto speciale e particolare e non si può paragonare a nient’altro. Non cambierei nulla di questa città. Cosa significa indossare la maglia del Palermo? Realizzare il sogno che avevi fin da bambino, da quando andavi allo stadio a cantare in curva con i tifosi».