Accardi racconta il suo incubo: «Avevo paura di non guarire più»

L’edizione odierna de “La Repubblica” ha intervistato Andrea Accardi dopo il rientro dal lungo infortunio che lo ha tenuto fuori dal campo per più di 3 mesi.

Ecco le sue parole:

La sua stagione è cominciata sabato scorso, dopo tre mesi e mezzo di paure. Prima ha dovuto affrontare il campionato più difficile, quello di un infortunio che sembrava banale e dal quale invece non guariva mai. Contro la Paganese, finalmente, l’esordio.

Otto minuti, pochi se vogliamo, anche troppi per «dare un calcio all’incubo di non guarire più». Andrea Accardi, dall’8 agosto in infermeria, in tribuna e a Siviglia per le cure. «Colpa mia perché ho voluto giocare malgrado il parere contrario dei fisioterapisti: a Enna, in amichevole, ho sentito tirare il polpaccio. Sembrava una cosa da nulla invece mi sono procurato una lesione e il dolore lancinante come di un coltello piantato dentro. Perché in Spagna? Il problema non è stato risolto subito, le fitte erano insopportabili. Per fortuna, mi ha accompagnato il fisioterapista Claudio Fici, il mio angelo custode: lo disturbavo anche di notte per confidargli ansie e tormenti. Ho avuto la certezza di farcela quando ho cominciato a correre con i compagni».