Abolizione del geoblocking, la Lega Serie A si oppone: «Sostenibilità del settore calcio e film a rischio»

Il 13 dicembre il Parlamento Europeo abolirà probabilmente il geoblocking, ovvero quel blocco che toglie l’esclusività territoriale sui contenuti audiovisivi, mettendo così a repentaglio il fondamento su cui si basa tutta l’industria cinematografica e sportiva, e quindi la vendita di esclusive per singoli territori. Attraverso una nota ufficiale la Lega Serie A rende nota la sua chiara opposizione a questa manovra:

«La Lega Serie A è in prima linea, insieme a tutte le altre Leghe di calcio Europee, nell’opporsi con fermezza alla richiesta di futura inclusione dei servizi audiovisivi nell’ambito di applicazione del regolamento UE sui blocchi geografici. Rifiutare la richiesta di superare la norma sul Geo-blocking è un voto a favore della preservazione della diversità culturale e linguistica dell’Europa, ma soprattutto del sistema di commercializzazione per singolo paese che garantisce sia i detentori dei diritti che i tanti differenti distributori.

Ci opponiamo strenuamente all’abolizione del Geo-blocking perché metterebbe a serio rischio la sostenibilità economica del settore calcio e film in tutta Europa – ha affermato l’Amministratore Delegato della Lega Serie A Luigi De Siervo -. Cancellerebbe le diverse identità distributive nazionali e conseguentemente porterebbe un indebito vantaggio alle grandi piattaforme OTT americane come Netflix, Amazon, Disney etc. Il tema in discussione la prossima settimana è, quindi, molto delicato e importante, perché si rischia di mandare in frantumi l’intero sistema. Tutti i più importanti operatori del mondo sportivo, dalle Leghe ai broadcaster, ma anche l’intero comparto cinematografico, hanno capito il rischio di un simile provvedimento e hanno firmato un appello pubblico, proprio perché questa decisione andrebbe contro ogni logica e impatterebbe in modo negativo sugli stessi consumatori, che avrebbero meno scelta di contenuti con un aumento conseguente dei prezzi. Vogliamo restare ottimisti visto che vi sarebbero conseguenze irreparabili eliminando l’utilizzo del Geo-blocking, che serve proprio per proteggere il nostro prodotto e la nostra cultura»

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