Genoa, Sabelli ammette: «Bani era uno di quelli che ti portava punti»
Cinque ritiri consecutivi con il Genoa, una fascia di campo da padrone e la consapevolezza di chi conosce bene l’ambiente. Stefano Sabelli, classe 1993, è ormai uno dei veterani del Grifone, e in una lunga intervista riportata da Valerio Arrichiello su Il Secolo XIX, ripercorre il suo cammino in rossoblù: «Ricordo bene la mia prima estate qui, il cross per il gol di Buksa contro il Mainz. Da allora tanta strada, tra momenti belli e difficili. Ma se sono ancora qui, significa che il percorso è stato quello giusto».
«Il mio carattere è genoano»
L’identificazione con lo spirito del Genoa è totale. «Il mio carattere determinato, il non mollare mai, cercare di dare sempre qualcosa in più nei momenti complicati: rispecchiano perfettamente il genoano», afferma Sabelli sulle colonne de Il Secolo XIX. Con le partenze di Badelj e Bani, la responsabilità dei “senatori” è cresciuta: «Abbiamo perso uomini prima ancora che calciatori, gente che ti fa guadagnare punti anche solo per la personalità. Ora tocca a noi trasmettere ai nuovi cosa significa giocare qui».
E lo spirito del gruppo si costruisce giorno dopo giorno, anche nelle parole scherzose del terzino: «I giovani? Sono bravi, ho avuto compagni molto più “esauriti” di loro», scherza.
«Vieira? Come Denzel Washington: dice tutto con uno sguardo»
Tra campo e spogliatoio, Sabelli ha anche un riferimento preciso nel nuovo tecnico Kévin Vieira, di cui ha colto subito la leadership silenziosa: «Mi ricorda Denzel Washington, un attore che amo molto. Vieira è tranquillo ma deciso: basta uno sguardo per capire se stai facendo bene o no».
Come sottolineato ancora da Valerio Arrichiello su Il Secolo XIX, l’ex tecnico della Primavera chiede molto ai suoi difensori, soprattutto in chiave offensiva: «Vuole organizzazione difensiva, certo, ma già dallo scorso anno ci chiede di far partire bene l’azione e dare un’impronta più offensiva».
Un ritiro tutto diverso
Dopo cinque ritiri, Sabelli nota anche un cambiamento netto nei metodi: «È il primo completamente diverso che faccio: tanta palla, tanta intensità, meno corsa lunga. Se alle 22 ti addormenti, vuol dire che hai faticato davvero».
