L’edizione odierna del “Corriere dello Sport” riporta il pensiero del direttore Ivan Zazzaroni sui presidenti dei club calcistici italiani. Molti comprano per passione, per far soldi facili, per urgenza di consenso e obiettivi politici o per semplice speculazione. Le comprano senza conoscere il calcio e le dinamiche di un’azienda che chiede denaro, idee, competenza e fortuna. Dopo qualche anno si accorgono che il calcio pretende soltanto. Quando il tifoso comincia a lamentarsi e le tv non risparmiano critiche, cresce la voglia di mollare tutto, ma anche in quel momento trovano difficoltà a cedere l’intero pacchetto azionario. I presidenti si accorgono che è impossibile percorrere una direzione comune in un paese dominato dalla burocrazia e successivamente diventano schiavi di una situazione rischiosa da cui è difficile uscire. Da Palermo il caso più grave, a Firenze, da Roma a Milano, il calcio trasmette solo disillusione e non la speranza. Il calcio è vietato agli imprenditori assennati, ridateci i ricchi scemi e onesti.
