Venezia, spremuta e cappuccino al tavolo per le norme anti Covid: conto da 21 euro ai Giardini Reali

Secondo quanto riporta il “Corriere della Sera”, ventuno euro per cappuccino e spremuta. È il conto che un uomo che lavora nella zona vicino a piazza San Marco ha dovuto pagare al tavolo per l’impossibilità di consumare al banco, date le restrizioni per le normative anti-Covid. Non siamo in piazza San Marco ma all’Illy Caffè dei Giardini Reali (comunque a un centinaio di metri dalle colonne di San Marco e Todaro), che dopo la riqualificazione hanno riaperto lo scorso inverno con l’obiettivo di essere frequentati dai veneziani. «Se questi sono i prezzi — spiega l’uomo mostrando lo scontrino di ieri mattina — ci andranno solo i turisti». «Una vergogna», interviene il segretario del Psi di Venezia Luigi Giordani.Il conto è presto fatto: una spremuta 12 euro e un cappuccino 9 euro al tavolo, prezzi tutt’altro che abbordabili e più alti ad esempio del vicino Caffè storico Al Todaro, che si affaccia sul molo di San Marco. Lì seduti ai tavolini all’esterno, con la vista di San Giorgio, il cappuccino costa 7 euro da listino e la spremuta 9, per un totale di 16 euro per le due bibite. Nel locale dei Giardini Reali, il prezzo del caffè è di un euro e mezzo al banco ma si alza a 6 se servito al tavolo, il cappuccino passa da 3 a 9 e la spremuta da 5 a 12 euro. Il problema però, è che per il divieto di assembramenti le persone che vorrebbero consumare in piedi non possono farlo se ce ne sono già altre (al banco ce ne stanno al massimo una manciata). «Volevamo bere in piedi ma il personale ci ha invitato a sederci viste le restrizioni, nessuno però ci ha detto che i prezzi erano triplicati. Mai avremmo immaginato di pagare oltre venti euro, un furto». Non è la prima volta che scoppiano polemiche per prezzi esorbitanti, ma ancora non era capitato nel locale dei Giardini Reali.