Tuttosport: “Il Chievo spera di tornare in pista. Campedelli punta su una riammissione in B (difficile), oltre che su un indennizzo. Ma i veneti potrebbero ripartire dalla Serie C”

L’edizione odierna di Tuttosport si sofferma sulle speranze del Chievo di tornare in pista.

L’attesa è febbrile. Ieri pomeriggio è apparso uno striscione sulla diga del Chievo, luogo simbolo della storia della società scaligera che recitava chiaramente: “Giustizia per il Chievo”. Giustizia che attende oggi il presidente Luca Campedelli dalla camera del Consiglio di Stato che, nel caso in cui dovesse nuovamente sospendere la sentenza del Tar che ha escluso il Chievo dallo scorso campionato di B, potrebbe aprire scenari davvero singolari. Nei giorni scorsi, infatti, è giunta la decisione del Consiglio di Stato che ha sospeso la recente sentenza del Tar in cui si ribadiva l’esclusione della società veneta dal campionato di Serie B confermando quindi le sentenze precedenti degli organi preposti, seguite all’esclusione dei clivensi dalla B di un anno fa.  Una decisione che blocca anche la dichiarazione d’insolvenza della società, che avrebbe chiuso ogni discorso, che era attesa per il 17 giugno scorso. Il Consiglio di Stato infatti ha deciso di rimandare la discussione in camera di consiglio fissata per la giornata odierna.

GLI SCENARI. Il Chievo, in sostanza, potrebbe quindi presentare un piano concordatario per sistemare la propria posizione debitoria. Nelle pagine della sentenza del Consiglio di Stato si parla, tuttavia, di un’ipotesi risarcitoria, difficile, come spera ancora qualche tifoso gialloblù, sperare in una riammissione alla cadetteria magari in sovrannumero. Ed è, con ogni probabilità, sul tema risarcitorio che il Chievo vuole ottenere giustizia. Più che il titolo sportivo Campedelli vorrebbe che gli fosse data ragione sul valore tecnico, e quindi economico, che la Figc ha di fatto cancellato dopo la non ammissione del Chievo alla B. L’ultima sentenza del Consiglio di Stato che ha congelato la decisione del Tar ha bloccato la decisione, immediatamente successiva, di svincolare d’ufficio tutti i giocatori della società, passaggio in questi casi lecito ma rimesso ora in discussione proprio alla base.